Cento
numeri
dell’Eco,
un
evento
stellare,
da
festeggiare
nella
maniera
migliore
possibile.
Occupandomi
di
cinema,
ho
subito
trovato
in
Dino
Risi,
nato
il
23
dicembre
1916,
l’aggancio migliore per la nostra ricorrenza.
Risi
è
sinonimo
di
Commedia
all’italiana
,
genere
contenuto
nel
macrogenere
della
Commedia,
le
cui
caratteristiche
sono
quelle
di
avere
un’accentuata
attenzione
verso
le
problematiche
sociali
declinate
in
una
comicità
a
volte
così
aspra
e
corrosiva,
da
risultare
più
efficace
di
tanti
pensosi pamphlet.
La
carriera
artistica
di
Risi
inizia
quando
il
regista
ha
già
compiuto
trentacinque
anni,
i
primi
successi
sono
Pane,
amore
e…
,
del
1955,
(terzo
sequel
della
saga
iniziata
con
Pane,
amore
e
fantasia
,
diretto
da
Comencini
nel
1953),
a
cui
fa
seguito
due
anni
dopo
Poveri
ma
belli
,
film
a
basso costo che riscosse un successo imprevisto al botteghino.
È
nel
biennio
1962-63
che
Risi
entra
nel
gotha
del
cinema
italiano,
grazie
a
due
film
come
Il
sorpasso
,
Gassman
e
Tritignant
i
protagonisti
e
I
mostri
,
dove
accanto
a
Gassman
troviamo
Tognazzi.
Al
centro
di
questi
film
e
di
tanti
altri
di
quel
fortunato
periodo
del
cinema
italiano,
sono
protagonisti
in
bilico.
Ossia
personaggi
che
cercano
di
partecipare
al
banchetto
del
boom,
senza
riuscirvi,
senza
averne le capacità.
Risi
è
autore
di
un
cinema
graffiante,
in
cui
il
punto
di
vista
dominante
è
carico
di
cinismo,
dove
non
c’è
alcuna
assoluzione
o
accomodamento
nei
confronti
del
protagonista,
strapazzato
e
beffeggiato
nella
sottolineatura
del
suo
inane
tentativo
di
arrampicatura
sociale.
Se
Il
sorpasso
(una
marcia
trionfale,
una
tragedia
shakespeariana
on
the
road,
dove,
fateci
caso,
i
personaggi
sono
soli
e
vagabondi,
desiderosi
d’amore,
ma
incapaci
d’amare)
è
il
manifesto
più
scintillante
di
questo
rutilante
personaggio
cialtrone
e
vanaglorioso,
dove
con
lo
stile
graffiante
ed
irriverente
che
lo
contraddistingue,
Risi
tocca
temi
come
lo
spaesamento
dell’individuo,
alla
ricerca
di
qualcosa
che
ignora,
è
ne
I
mostri
,
che
Risi
tratteggia
i
vizi
dell’Italietta
cicaleggiante
e
arrivista
con
più
fantasia.
Venti
mini
storie
per
raccontare
con
l’innata
abilità
vizi
e
difetti
degli
italiani.
Dino
Risi
è
stato
un
maestro
nel
ritrarre
sullo
schermo
l’altra
faccia
del
boom
che
riempiva
le
strade
d’automobili
e
le
case
d’elettrodomestici.
Protagonisti
de
I
Mostri
sono,
come
detto,
Gassman
e
un
superlativo
Tognazzi.
Di
Ugo
indimenticabili
due
caratteri:
quello
del
padre
che
induce
al
figlio
a
fregare
sempre
il
prossimo
e
quello
del
politico
democristiano,
che
elude
l’appuntamento
con
un
generale
in
possesso
di
documenti
compromettenti.
Di
Gassman
si
ricorda,
in
una
collana
di
gemme,
il
personaggio
del
pugile
suonato:
grottesco
e
commovente.
Il
vero
capolavoro
di
Risi
è
quello
di
chiudere
il
film
con
questo
episodio
dove
il
cinismo
lascia
il
passo
ad
un
sapore
amaro,
malinconico.
Ancora una volta senza speranza.
Risi,
dopo
il
boom
dei
primi
anni
sessanta,
ha
continuato
a
fare
cinema
ancora
per
un
ventennio,
a
metà
degli
anni
80
con
Scemo
di
guerra
e
Il
commissario
Lo
Gatto
(il
primo
interpretato
da
Beppe
Grillo,
il
secondo
da
Lino
Banfi)
cerca
nuove
vie
e
nuovi
volti
che
però
si
esauriscono presto.
Gli
anni
90
vedono
ancora
un’opera
di
Risi
originale
e,
a
suo
modo,
dolce,
parlo
di
Tolgo
il
disturbo
,
ultimo
film
girato
con
Gassman
protagonista,
una
storia
di
disadattamento
(Gassman
è
un
ex
direttore
di
banca,
uscito
dopo
diciotto
anni
da
una
clinica
psichiatrica)
che
ha
un
finale meno caustico del solo.
Risi
ha
lasciato
una
filmografia
ricca,
dove
dietro
lo
sberleffo
e
la
battutaccia,
c’è
una
delle
più
spietate
e raffinate analisi della società italiana.
Gianni Sarro
DINO RISI
(di Gianni Sarro)
35
Dino Risi
Dal film “Il sorpasso”