Archivio storico Copertina L’Eco di Roccasecca - Anno 21 - n-ro 101 pagina avanti pagina dietro
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Sapete mantenere un segreto? Ecche mo ve le diche i comme se fa! Un segreto è segreto come dice la parola stessa. L’argomento è stato trattato anche da Alessandro Manzoni ne I Promessi Sposi, un best seller dell’ottocento che ci ha perseguitato al Liceo quando eravamo più giovani e di belle speranze. Come ho fatto a ricordarmene? Semplice: ormai con la vista che a poco a poco si affievolisce  ho imparato a consultare su internet gli audiolibri. Alla fine mi sono imbattuto nel sito Ad Alta Voce della Rai che nel tempo li ha mandati in onda a puntate di pomeriggio su Rai 3. Attori professionisti leggono libri interi con una classe, dandoci il tempo giusto, senza fretta  e tu capisci tutto quello che racconta il libro meglio che tu lo leggessi direttamente. Insomma mi sono trovato dinanzi ai Promessi Sposi in 47 puntate da 25 min. ciascuna e me lo sono spolpato sano sano con una goduria senza precedenti. Insomma, dicevo, che in questo libro, in una dissertazione esplicativa di cui il libro stesso è pieno, il Manzoni spiega come i segreti si mantengono nascosti e come immancabilmente vengano poi svelati e alla fine arrivino giusto  a chi? A chi tu non vorresti mai far pervenire le informazioni che vuoi tenere celate. Il meccanismo è semplice: all’inizio tu tieni per te le informazioni riservate che però sono così eclatanti, così particolari, così appetitose che alla fine non riesci a tenerle dentro e allora scegli uno o due amici fidatissimi dei quali mai metteresti in dubbio la riservatezza fino a metterci la mano sul fuoco e per alleggerirti un po’ dal peso sei costretto a portarli a corrente della notizia pregandoli di tenere la bocca cucita e di non dire mai a nessuno nenache con un solo accenno o in punto di morte… Ma ognuno ha i suoi amici fidatissimi e prima o poi si è tentati di confidarsi con loro. Metti poi che ci sono alcuni che di amici fidatissimi ne hanno proprio tanti e… il gioco è fatto: la notizia arriva anche dove non vorresti. Anche Gioacchino Belli ha trattato questo argomento in un sonetto (Li Segreti) e Fulvio Cocuzzo proprio da quei versi ha scritto il suo sonetto in sandonatese (si sa che Fulvio ha tradotto alcune poesie nel suo dialetto nell’intento di lasciare degli scritti in modo che il suo linguaggio non muoia e si riduca a una lingua incomprensibile che nessuno più parla).
Ecco così che nasce ‘Glie segrete’ di Fulvio Cocuzzo, poesia recitata raramente nei suoi concerti e mai pubblicata su un libro.      (Gianfranco Molle) Glie segrete   Te vuoglie di’ cumme la so saputa: Peppa s’è chenfediata a Addelerata Che l’è reditte a Nina de Palata E Nina l’é ita a rice a Restetuta C’a starse zitta se saria  schiattata E é raccuntate tutte alla Baffuta Che m’é cuggina e subbete é venuta A dirmélle a quattr’uocchie a me e a Donata. Tu mo si femmena de descrezione E i’ te le so venuta a referi’ Cumm’a dirle aglie prete n’chenfessione Perciò chemmà, pe l’amore de Di’, Se pruopia l’aissa di’ pe custrezione N’te fa’ scappa’  ca te le so ditt’i’.                                                         Fulvio Cocuzzo
GLIE SEGRETE
(poesia di Fulvio Cocuzzo)