Le canzoni di protesta degli anni ’60 (parte sesta - Joan Baez)Nata nel gennaio del 1941 da madre scozzese e padre messicano, Joan Baez si dedica fin da giovanissima con grande impegno alle sue due passioni: la musica e i diritti civili. Ottiene a soli diciotto anni il primo contratto discografico, nel 1959 canta al Folk Festival di Newport (dove nell’edizione del 1961 conoscerà Bob Dylan) e pubblica il suo primo disco, omonimo, nel 1960, per la Vanguard. Portabandiera di quegli ideali di pace e di amore universale, prima ancora di Dylan e Donovan, non si è mai limitata a cantare, ma ha partecipato attivamente alle manifestazioni dei primi anni ’60, sostenendo in particolar modo quelle promosse dal leader del movimento per i diritti razziali, Martin Luther King. Nel suo repertorio ci sono un’infinità di canzoni di artisti impegnati che lei cercava di far conoscere in tutto il mondo, impegnandosi spesso a cantarle in varie lingue. Ci vengono alla mente due versioni della dylaniana "Blowin’ in the Wind", una presentata nella tournée italiana del 1967, con la prima strofa cantata in giapponese ("Joan Baez in Italy"), l’altra nella colonna sonora di "Banjoman", proposta quasi interamente in francese. Ricordiamo inoltre "We Shall Over Come" di Pete Seeger, divenuta un vero inno pacifista, "Where Have All The Flowers Gone", sempre di Seeger, la già citata "Blowin’ in the Wind", di Bob Dylan, insieme ad un’innumerevole altro gruppo di sue canzoni (i due furono legati da interessi comuni, amore ed amicizia per anni, n.d.r.), tra cui "God’s On Our Side", e ancora le riletture di vecchi traditional come "Oh Freedom", "Kumbaya", "A City Called Heaven", "Amazing Grace", addirittura l’italiana "C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones" di Mauro Lusini (già portata al successo da Gianni Morandi) e tante tante altre. La versione in musicassetta del primo "Live" in Italia, che conteneva anche la versione di "C’era un ragazzo …" registrata sempre in quell’anno, ma a Vienna, il 2 giugnoPer capire il clima che si respirava ad un suo concerto si possono riascoltare i due album dal vivo in Italia – "Joan Baez in Italy" , 1967 e "Joan Baez all’Arena Civica di Milano", 1970 – in cui anche il pubblico fa la sua parte. Forse nel caso della Baez leggere le sue dichiarazioni fa più effetto dei testi stessi delle canzoni, peraltro conosciutissime. Sul primo disco citato, prima di imbracciare la chitarra e cantare la canzone "Saigon Bride" ("La sposa di Saigon"), Joan si rivolge al pubblico in inglese ed una voce fuori campo traduce al pubblico le sue parole. Dice:"Voglio cominciare dicendo chiara una cosa. Io sento sulle mie spalle la responsabilità del mio paese, gli Stati Uniti d’America, aggressore in Vietnam. Io intendo oppormi con tutte le mie forze a questa violenza e ad ogni altro tipo di violenza. La canzone che segue si intitola " La sposa di Saigon": qualcuno deve lasciare la sua sposa ed andare a combattere e gli stanno dicendo che lo farà per un pericolo giallo o per un pericolo rosso, ma cosa importa di che pericolo si tratta quando lui sarà morto?"Sempre su quell’album, prima di cantare "We Want Our Freedom Now" (Vogliamo la nostra libertà, ora), brano nato e pubblicato come rock ‘n ‘roll commerciale, ma poi trasformato dai manifestanti seguaci di M.L. King come canzone di protesta, Joan racconta:"Ho imparato questa canzone da una ragazza del Mississippi che partecipava alle marce di Martin Luther King, in America. Quando si partecipa a queste manifestazioni nei momenti più drammatici ci sono soltanto tre possibilità: quella di cadere per terra svenuto, quella di scappare via tentando di non essere colpiti, oppure quella di cantare. Questa canzone me l’ha insegnata questa piccola bambina coraggiosa che è sempre riuscita a non scappare e a non cadere".Ovviamente queste prese di posizione dure e decise non potevano mancare di attirarle tante antipatie e censure. Come sempre accade a chi si batte per i diritti civili senza sventolare altre bandiere che non siano quelle della pace e della fratellanza, Joan Baez è stata accusata, da destra, di simpatie "rosse" quando cantava contro la guerra in VietNam e, da sinistra, di filoimperialismo, per aver cantato, in seguito, contro il regime comunista che si era insediato in VietNam (della serie "quando tutti ti criticano, forse stai nel giusto", n.d.r.).LP "Joan Baez all’Arena Civica di Milano”Al Festival di Woodstock, Joan partecipò sia da sola, cantando tra l’altro la celebre "Joe Hill" , sia in coppia con Jeffrey Shurtleff, con il quale eseguì un brano dei Byrds (firmato Gram Parsons e Roger McGuinn), dedicandolo ironicamente prima dell’esibizione, all’allora governatore della California, futuro Presidente USA, Ronald Reagan, noto ultra-conservatore e contrario ai rock festival in genere. La canzone si intitola "Drug Store Truck Drivin’ Man". Nella versione dal vivo succitata (che si trova sul triplo LP o sul doppio CD "Woodstock") l’ordine delle strofe è stato cambiato.Drug Store Truck Drivin’ Man (Il camionista dell’emporio) 1969Lui è il camionista dell’emporioLui è un capo del Klu Klux KlanQuando l’estate arrivaLui sarà felice di non essere in cittàBene, lui ha una casa sulla collinaLui suona dischi country finché sei sazioLui è amico del pompiere, fa il DJ tutta la notteMa di sicuro pensa in modo differente dai dischi che manda in ondaLui è il camionista dell’emporioBene, so che non ama i giovaniMe lo ha detto una notte al suo programma alla radioLui gli ha dato una medaglia che ha vinto in guerraPesa 500 libbre e dorme sul suo pavimentoLui è il camionista dell’emporioLui è stato come un padre per meE’ l’unico DJ che puoi ascoltare fino alle 3Io suono in una rock’n’roll band tutta la notteE non riesco a capire perché lui non mi ama.Lui è il camionista dell’emporioLui è un capo del Klu Klux KlanQuando l’estate arrivaLui sarà felice di non essere in cittàJoan Baez ha scritto numerose canzoni, ma ha interpretato con tale trasporto e convinzione quelle scritte da altri, che in alcuni casi quelle canzoni sembrano "sue". Inoltre è stato soprattutto grazie a lei che certi brani ignorati dal grande pubblico nella versione originale siano arrivati ad una più vasta platea di ascoltatori. Se l’impegno e la determinazione hanno avuto grande peso nel successo della Baez, non va dimenticata la particolarissima voce melodiosa che è arrivata nel cuore di tanta gente. Lei stessa ne parla nella sua autobiografia, "E’ una voce per cantare", Sperling & Kupfer, 1987, che unitamente a quella scritta nel 1967, "Saresti imbarazzato se ti dicessi che t’amo?"edita da Mondadori, costituisce un ottima base di conoscenza dell’attività della cantante. Scrive la Baez: "Sono nata con delle doti naturali. Posso parlarne senza modestia, ma con immensa gratitudine, proprio perché sono doti di natura, non cose che ho creato io o imprese di cui andare fiera. La mia prima dote, in cui si mescolano eredità genetiche, ambiente, razza e ambizione, è la voce. La seconda, senza la quale sarei stata una persona totalmente diversa da raccontare, è il desiderio di condividere con gli altri questa voce e tutto quanto di buono ha riversato su di me."Tra le canzoni più famose scritte dalla Baez ci sembra doveroso citare "The Ballad of Sacco e Vanzetti", del 1970, musicata da Ennio Morricone, sicuramente una delle pietre miliari della cantante. Il brano era dedicato alla vicenda dei due immigrati italiani, come pure l’ancor più conosciuta "Here’s to You (Nicola and Bart)"; ancora una volta Joan Baez si distingueva per la sensibilità verso coloro che lottavano o che avevano lottato (anche se con esiti negativi) per i più elementari diritti civili.Pensiamo di fare cosa gradita a tutti i lettori pubblicando integralmente la "Ballata di Sacco e Vanzetti", anche se molto lunga.The Ballad of Sacco e Vanzetti (La Ballata di Sacco e Vanzetti) 1971Padre, si, sono un prigioniero,La paura non comunica il mio crimineIl crimine è amare l’abbandonatoSolo il silenzio è vergognaE ora ti dirò cosa c’è contro di noiUn’arte che vive da secoli attraverso gli anniTu troverai quello che è oscurato dalla storiaLa legge è contro di noiCon la sua immensità di forza e di potereLa legge è contro di noi!La polizia sa come rendere un uomoUn colpevole o un innocenteContro di noi è il potere della polizia!Le bugie vergognose che gli uomini hanno dettoNon saranno mai pagate con l’oroContro di noi è il potere dell’oro!Contro di noi è l’odio razziale!E il semplice fatto che noi siamo poveri.Mio caro padre, io sono un prigionieroNon ti vergognare nel parlare del mio crimineIl crimine di amore e di fratellanzaE solo il silenzio è vergognaCon me ho il mio amore, la mia innocenzaI lavoratori e i poveri,Per tutto questo io sono salvo e forteE la speranza è miaRibellione, rivoluzione, non hanno bisogno di denaroHanno bisogno di questo, inveceImmaginazione, sofferenza, luce e amoreE attenzione per ogni essere umano.Tu mai rubi, mai uccidiSei una parte della speranza e della vitaLa rivoluzione va da uomo a uomo,Da cuore a cuoreEd io intuisco quando guardo le stelleChe noi siamo i bambini della vitaLa morte è piccolaFiglio mio sii forte, invece di piangereSii coraggioso e conforta tua madreNon piangere perché le lacrime vanno perseNon lasciare che anche gli anni vadano persiPerdonami figlio per questa morte ingiustaChe porta tuo padre lontano da teMi perdonino tutti coloro che mi sono amiciIo sono con te, così non piangereSe mamma vuole essere distrattaDalla tristezza e dalla malinconiaPortala a fare una passeggiataLungo la quieta campagnaE rimanete sotto l’ombra degli alberiDove qua e là tu raccogli fioriAccanto la musica e l’acquaE’ la pace della naturaLei sarà molto contentaE sicuramente anche tu lo saraiMa figlio tu devi ricordareNon usarlo solo per teMa oltre te stesso un piccolo passoPer aiutare i deboli che stanno dalla tua parteI più deboli, che cercano aiutoI perseguitati e le vittimeSono tuoi amici e compagni nella lottaE si, loro talvolta cadono proprio come tuo padreSì, tuo padre e BartoloEssi sono cadutiHanno combattuto e sono cadutiMa nella ricerca della gioia e della libertàE nella lotta di questa vita tu troveraiChe c’è amore e qualche volta di piùSì nella vita tu troveraiChe puoi amare ed anche essere amatoMi perdonino tutti coloro che mi sono amiciIo sono con teIo ti prego,Non piangere