Fumetti

Una collezione unica delle strisce del Grande Blek

Ancora una volta dedichiamo largo spazio ad uno dei personaggi dei fumetti più amati tra i lettori dell’Eco di Roccasecca. Sicuramente non sarà il giornaletto più letto, ma il protagonista dal cappello a coda di procione risulta senza dubbio il più simpatico e il più applaudito. Tale successo deriva forse dal fatto che egli pur nella sua esagerazione rimane il classico "Buono" (anche con i nemici, lui non uccide quasi mai, forse mai, li accoppa soltanto a cazzottoni, come Gigione) che tutti vorrebbero come fratello maggiore.

 

      

                 

 

Di Blek abbiamo già scritto molto, per cui in questa occasione lasciamo spazio alle immagini, eccezionali, di alcune copertine tra le più belle selezionate da una vecchia collezione privata. Nelle prime quattro lo vediamo alle prese con gli Indiani; inutile precisare che ne demolisce a due o tre per volta. Anche i titoli sono tutto un programma: "Il saggio della spelonca", "L’odio di Kayute", "Sfida al Totem Canyon" e "L’ultimatum di Oklaw". Notevole la fantasia nei nomi!

 

 

Nella successiva copertina il nostro eroe annienta due loschi ceffi nella storia "Il fiume che non perdona", mentre un incartapecorito stregone senza dentiera alza le braccia fissando il vuoto.                 

 

               

 

Infine Blek alle prese con i suoi nemici proverbiali: le giacche rosse, ovvero gli Inglesi. Quanti cazzotti hanno dovuto incassare nelle centinaia di pagine del fumetto questi poveri soldati dipinti con espressioni orrende e con dentature terribili a soli due o tre denti enormi per bocca. I titoli dei volumetti presentati sono: "L’enigmatico messaggio", "La feccia di Boston" e "La casa dei pazzi". I malcapitati sudditi di Sua Maestà soccombono sotto le randellate di Blek, finendo persino in una botte di vino. Inutile sparare al colosso biondo, il braccio del tiratore trema per la paura ed il colpo finisce pietosamente ed inevitabilmente fuori bersaglio. Ed allora sono dolori, perchè Blek, per quanto buono d’animo, a quel punto si incattivisce e mena fendenti a destra e a manca. Ovviamente se è lui a sparare, anche se si trova in piedi su una barca in movimento, colpisce con precisione le mani dei nemici, disarmandoli!

Da notare la bellezza intrinseca di queste variopinte copertine della immortale "Collana Freccia", tutte rigorosamente nella classica versione "striscia" che tanto successo ebbe negli anni ‘50 e primi anni ‘60.

 

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