I Film di Fantascienza (2)

 

Proseguiamo la pubblicazione a puntate del saggio di Gianni Sarro sulla Fantascienza al cinema, proponendo, da questo numero, una serie di schede relative ai film più rappresentativi del genere. Laddove non erano presenti locandine originali delle pellicole, o fotografie con scene del film in oggetto, l’Eco ha provveduto ad integrare il lavoro sarriano spulciando nell’immenso archivio alla ricerca di immagini appropriate. Si parte con il celeberrimo "Metropolis", film del lontano 1926.

 

metropolis

Regia: Fritz Lang

Sceneggiatura: Fritz Lang Thea von Harbou

Fotografia: Karl Frund, Gunther Rittau

Costumi: Ann Willkomm

Origine: Germania, 1926

Durata: 120’

Interpreti principali: Gustav Frolich, Brigitte Helm, Alfred Abel, Rudolf Klein-Rogge, Fritz rasp, Theodor Loos, Erwin Biswanger.

 

Metropolis è una città del XXI secolo abitata da ricchissimi individui, dove svettano grattacieli altissimi e ardite sopraelevate. Ma, nelle viscere della città c’è l’inferno: una seconda Metropolis popolata da schiavi, addetti a mostruosi macchinari e grandi centrali. Tutto va bene fin quando Fredersen, il padre-padrone della megalopoli, licenzia uno dei suoi assistenti. Questi tenta il suicidio, ma viene salvato da Freder , il figlio di Fredersen. Lo choc per Freder è grande quando l’uomo che lui ha salvato, gli svela qual è la sconvolgente realtà che si nasconde nei meandri della città. Sperimenta sulla sua pelle la disumanità della situazione degli operai, e incontra Maria, giovane donna che tiene unite le masse esortandole alla preghiera e alla sopportazione. Fredersen, venuto a conoscenza della nuova situazione, incarica uno scienziato, Rotwang, di rapire Maria per poi costruire un robot uguale a lei, che avrà il compito di corrompere il popolo. Il robot sarà distrutto e la grande rivolta ha inizio. Freder e Maria, di nuovo insieme, si uniscono ai rivoltosi per aiutarli ad ottenere una società più giusta.

Fritz Lang firma uno dei capolavori dell’espressionismo, anche se il film risultò inviso ai distributori americani, che ci videro un’apologia del comunismo. In compenso piacque molto a Hitler che qualche anno più tardi offrirà la guida del cinema tedesco a Lang, che ringraziò e prese il primo aereo per Parigi.

Produzione gigantesca, più di mille comparse, per uno dei film visivamente più straordinari della storia del cinema.

 

Una inquietante immagine di "Metropolis"

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