Aneddoti roccaseccani

Questo aneddoto avvenuto sulle strade della Ciociaria ci è pervenuto da parte dell’amico Roberto Giannitelli.

 

Voglio raccontare, per il divertimento di tutti gli amici dell'ECO, un episodio accaduto al sottoscritto e a Claudio Rezza che ha fatto, non so come, il giro della "provincia".

Esisteva, intorno ai primi anni 80, l’abitudine di andare a Pontecorvo intorno alle 12.30/13.00 per vedere "l’uscita" delle scuole superiori (il motivo si può ben capire!). Un giorno, all’ora fatidica, eravamo sulla mia 500 "porte contro vento" in riserva da diversi giorni, quando, frugandoci le tasche, abbiamo verificato di avere 1.000 lire in due. Arrivati a Pontecorvo ho pronunciato la famosa frase "Claudio, siamo a riserva e abbiamo 1.000 lire.... benzina o pastarella?" Ovviamente Claudio, con fare serio, a risposto "Pastarella!" Così abbiamo impegnato i nostri ultimi averi per numero due pastarelle presso la Pasticceria Liburdi di Pontecorvo.

Inevitabilmente, alle ore 13.30, nel tornare a casa siamo rimasti a piedi a metà strada tra Pontecorvo e Roccasecca, senza benzina. Dopo una mezz’oretta abbiamo suonato ad un portone ed ho chiesto al proprietario se potevo avvertire casa mia di avere avuto un guasto alla macchina. Mio padre si è precipitato insieme a Giannino l’elettrauto, il quale per circa un’ora ha cercato di capire cosa fosse successo alla macchina, visto che ci eravamo ben guardati dal raccontare l’episodio "benzina o pastarella". Dopo innumerevoli tentativi (candele, generatore ecc.) Giannino ha avuto l’illuminazione: "Eh Quirì, ma n'ce stesse la benzina?"

A quel punto, vistoci persi, abbiamo accennato "Me sa che pò pur’esse! Me pare che lampeggiave".

In buona sostanza, scusate la volgarità, la storia è finita con un duetto a due voci (Quirino e Giannino) che recitava "Ma iate a fan' …"

Roberto Giannitelli

 

Cartolina di Pontecorvo raffigurante il "Collegio dei Padri Passionisti"

 

Abbiamo ricevuto una mail dall UPDS (UomoDalProfondoSud) Angelo Scienziato, che ci ricorda un famoso detto "Metro-roccaseccano".

 

Questo detto girava in quel di Roccasecca alcuni anni fa quando i media parlarono molto di alcuni attentati, proteste e lotte varie da parte del gruppo etnico di origine indiana dei Sikh.

Commentando questi fatti a Roccasecca si disse così:

"Gli Sikh so’ sicche (magri)

pecché nen se magnene le vacche!"

 

Della serie "saggezza roccaseccana" tipo "C’ò fa? Chess’è!"

 

Angelo Scienziato al lavoro nella sede dell’Eco

 

 

A proposito di Scienziato, c’è una storiella raccontataci da Gianfranco che ricorda quella capitata al nostro Angelo a Torino (quando fu apostrofato da due compaesani con la famosa espressione: "Uè Scienzià, che stai a fa aecche?"), già apparsa su queste pagine. Dunque, Gigione si trovava ad Anversa insieme a Giulio e ad Alfredo. Passeggiavano tra i banchi dell’affollatissimo mercato della domenica. Ad un certo punto un tizio urta Gigione e dice il proverbiale "pardon"; Gigio, in quel momento, non ricorda l’espressione che si usa di solito in quelle occasioni come risposta, e tace. Allora quello (che era "nostrano"), convinto che l’altro sia belga, gli fa: "I’ che ciocch’ ‘e cazze!", con la mano protesa verso di lui.

Gigio a quel punto si gira di scatto, lo acchiappa per il bavero e gli dice: "Ch’hai detto?"

Quello, smarrito, comincia a discolparsi e dice "Sa, qua so’ tutti maleducati…" e se ne va tenendo i due figli per mano, con un senso di meraviglia misto a timore stampato sul viso.

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