Il Disco Tascabile del 1966

Ci dicono spesso frasi del tipo "Ma solo voi dell’Eco andate a ripescare queste cose strane? Come fate?". Facile rispondere. Tra i nostri collaboratori c’è un bel numero di persone di quelle che "non buttano mai niente e conservano anche le cose più inutili" fungendo in questo modo da inesauribile "pozzo" dal quale attingere documenti e informazioni di ogni tipo.

Questa volta parliamo di dischi a 45 giri, grazie ad un ricco pacchetto pieno di novità (!) consegnatoci direttamente in redazione dalla nostra Paola Gobbetti, e proveniente dai suoi archivi siti in Senigallia. Il materiale è suggestivo e stimolante, ma sicuramente il pezzo da novanta è il disco che vi presentiamo con dovizia di particolari. Si tratta del "Disco Tascabile" accluso alla rivista "POP" numero 1, del 18 marzo 1966, in vendita presso le edicole al prezzo di £. 400 (all'epoca un 45 giri costava circa il doppio). Effettivamente il disco ha una circonferenza di cm. 15 contro gli usuali cm.18, mentre la rivista (8 fogli a colori) è di grande formato (cm 28xcm29) e si trova quindi ripiegata in quattro dentro la copertina. L’idea della Casa discografica RIFI era quella di offrire un prodotto musicale di alta qualità a basso prezzo, insieme ad una piccola rivista che oltre a notizie di musica conteneva anche enigmistica, barzellette, oroscopo ed altri ameni passatempi, compreso un "Racconto Giallo Lampo" (tipo quello pubblicato dall’Eco, ma ancora più breve!) intitolato "L’uomo dall’orecchio quadrato"!

Il primo "fondo" di POP intitolato "Eccoci" proprio come l’ECO numero 1, curioso, vero?

La copertina di POP con la mitica BB

Questo primo "Disco tascabile" conteneva due successi di Gaber e della Zanicchi, mentre venivano annunciati all’interno i titoli del numero successivo, definito "Disco BOOM": "Lasciati baciare col letkiss" dei Giganti e "Nessuno mi può giudicare" nell’interpretazione di tale Fabrizio Ferretti. Giudicate voi. Il colore della "serie" sarebbe cambiato a seconda del genere musicale.

Il prodotto veniva un po’ enfaticamente presentato come "l’avvenire, non solo perché può costare meno, ma perché è più pratico e maneggevole". Un antesignano dei CD forse?

Non conosciamo i risultati di questa iniziativa, di per sé interessante, ma, dati e ricordi alla mano, non ci sembra che abbia avuto grande successo, forse anche per l’opposizione delle case discografiche che vendevano i 45 al doppio del prezzo (sarà pure una nostra illazione questa, ma … chissà …), ma ci sembra importante fissarne una volta per sempre l’esistenza, come abbiamo fatto ogni volta che abbiamo incontrato qualcosa che ci sembrava ormai dimenticata da tutti. Un grazie dunque alla lungimiranza della famiglia Gobbetti che ha conservato il cimelio per oltre un trentennio, così da poterlo consegnare alla storia. A presto con altre chicche imperdibili.