Il mercato di Roccasecca
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Una cartolina del 1930
Ogni mercoledì a Roccasecca centro, sulla graziosa Via Roma, contornata da splendidi palazzi cinquecenteschi, con in primo piano la artistica fontana di Onofrio Buccini /1877), si tiene un colorito e pittoresco "mercato".
Questa usanza ha radici lontane; il Giustiniani, nella sua opera sul Regno di Napoli, edita nel 1804, ricorda che a Roccasecca "in ogni mercoledì vi si tiene un mercato, concorrendovi quelli dei paesi vicini per la vendita delle vettovaglie". In un cabreo del 1739, parlando di Roccasecca, si dice testualmente: "abbonda d’ogni sorte di professione essendovi de’ i medici, dottori, mercadanti, speziali ed ogni genere di artisti: arricchita altresì dal mercato ogni mercoledì". Volendo procedere ancor più a ritroso nel tempo, esiste un documento, datato 1633, in cui si parla degli abitanti di Terelle che venivano a commerciare nel mercato di Roccasecca. Infine in una "informazione" del 1582, conservata nell’Archivio Vaticano e compilata per l’acquisto da parte dei Boncompagni del Ducato di Aquino e di Arpino, di Roccasecca si dice: "vi è ogni mercoledì il mercato ove ci è qualche concorso di robba et vi si fanno delle faccende, massime l’inverno a tempo delli porci".
Che le attività commerciali fossero fondamentali per l’economia del paese è attestato dal fatto che una delle cariche più prestigiose nell’ambito del "governo" comunale era la "portolania" ossia l’elezione di un magistrato (il "portolano" o "maestro portolano") che si interessava dei mercati, delle fiere e della manutenzione delle pubbliche strade.
Nel mercato di Roccasecca si vendevano le merci più svariate: dalla frutta agli ortaggi (specie i "broccoletti"), ai lavori di cuoio, ai prodotti dell’artigianato locale (famose le ceste di vimini intrecciati), alle stoffe di ogni genere e tipo.
Tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 i mercanti roccaseccani, ed in particolar modo i venditori ambulanti, avevano raggiunto una professionalità tale da monopolizzare i più grandi mercati del circondario, spingendosi con profitto anche nelle fiere abruzzesi e campane. Tali spiccate capacità "imprenditoriali", che spesso davano vita ad enormi fortune patrimoniali, non rappresentano sicuramente una novità nella vita economica cittadina. Non a caso, già nel 1609, come ci fa sapere lo Scandone, due "spezzini" di Roccasecca, Loreto e Domenico Pennavario, facevano buoni affari frequentando i mercati della zona con la loro "bancarella" contenente tela d’Olanda, broccati, velluti, oggetti devozionali, aghi, coltelli, profumi e molti altri generi di mercanzia.
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Una cartolina del 1917
Purtroppo, al giorno d’oggi, a causa della grave recessione economica, il mercato di Roccasecca non è più brillante e vigoroso come ai vecchi tempi, ciononostante continua a caratterizzare la realtà socioeconomica del paese, costituendo uno dei rari momenti in cui il bisogno di aggregazione e di incontro trova la sua estrinsecazione più viva e più vera.
Fernando Riccardi