Cercatori d’infinito sulle tracce dell’imperfetto

  

 

Sicuramente non passa inosservato,

né il titolo, né tantomeno lui.

E’ un destino impresso già nel nome.

Il cerchio: la proporzione, la perfezione …….

Lo zero: la proporzione, la perfezione ……. e linea di demarcazione.

Separazione del tutto dal niente, del caldo dal freddo, del cielo dalla terra, del fuoco dall’acqua. Del bene dal male.

Separazione del consenso dal rifiuto, dell’acclamazione dal biasimo, dell’esaltazione dall’avvilimento.

Renato Zero non lascia indifferenti. 

Accende e divide gli animi.

O lo si ama, o lo si detesta.

Renato Zero ha cantato al Ravenna Festival.

Unico concerto di musica leggera: “Cercatori d’infinito sulle tracce dell’imperfetto”.

Concerto raffinato, rispettoso dell’ambiente: canzoni al pianoforte, canzoni d’atmosfera. Repertorio dal ‘70 ad oggi: scelta accurata dei brani, anche noti, non i più famosi.

Altri musicisti erano con lui sul palco; una cantante lirica ha proposto “Il carrozzone” in lingua russa; un gruppo di ballo ha accompagnato alcune esecuzioni.

Renato si è presentato con molta sobrietà ed eleganza: bianco-nero, nero-bianco. Non costumi colorati.

Tema dell’incontro: la “vita ferita”. Schieramento dalla parte dell’emarginato, con accenno esplicito ai giovani e al dramma della droga e dell’aids. Non schieramento ideologico, bensì condivisione del disagio, del travaglio, della sofferenza, in una prospettiva di risoluzione, di rinascita.

Come sempre ha cantato storie vere, storie problematiche, anche quotidiane, con quei finali carichi di speranza, tesi al superamento delle difficoltà, valorizzando le risorse della persona, di qualunque persona.

Il pubblico è quello di sempre, è quello che lo ama; gente eterogenea, di diverse età, gente “normale” che viene elevata al ruolo di “prima-donna” da lui stesso.

Renato durante lo spettacolo rende il pubblico “protagonista”, lo fa salire sul palco e canta con lui.

E c’è l’esaltazione della musica, il riconoscimento del suo valore, l’attribuzione a lei di tante conquiste umane.

 

“Non fosse stata musica a guarire i silenzi miei, non sarei qui a difenderla, non ti chiederei di credere in lei, lo sai”…….

 

                                                                                                        Princy