L’epopea dei briganti rivive nella musica di

Benedetto Vecchio

 

 

Sempre più spesso oggi giorno si procede a ritroso nel tempo alla disperata ricerca delle proprie origini, siano esse di natura storica o culturale. Le stesse proposte istitutive della provincia del Lazio meridionale, di cui tanto si è parlato nei mesi scorsi ma che difficilmente porteranno a qualcosa di concreto, al di là delle pur indiscutibili esigenze economiche, sociali e politiche, all’atto pratico altro non fanno che ridisegnare l’antica configurazione borbonica dell’alta Terra di Lavoro, uno dei territori più fecondi del Regno delle Due Sicilie.

 

Il gruppo de MBL al gran completo

 

Come si può vedere quindi niente nasce ex novo o per puro caso. Anche i fenomeni che a prima vista possono apparire inediti o ultra moderni, in effetti, a ben considerare, affondano le loro più profonde radici nel passato: si tratta soltanto di rimuovere quella densa patina di oblio che lo scorrere impetuoso ed inarrestabile del tempo ha fatalmente depositato su di essi. A questa impegnativa ma quanto mai utile operazione di ripristino, è proficuamente impegnato un giovane ma già esperto musicista roccaseccano, Benedetto Vecchio, che sta lanciando sulle piazze un progetto denominato MBL, ossia Musica per il Basso Lazio. 

Con Bennato,Petringa, Epifani e Perilli

Scopo di questa iniziativa che non ha eguali nella zona, è quello di mettere insieme musicisti impegnati nello studio della musica popolare sia pure con formazioni e provenienze profondamente diverse. Benedetto Vecchio, deus ex machina del progetto, già fondatore del gruppo denominato "La voce dei briganti", ha dato negli anni passati un saggio delle proprie capacità organizzative ed interpretative, riscuotendo enorme successo di critica e di pubblico, tanto da essere definito il "cantastorie" della Terra di Lavoro.

Benedetto, Daniele e Michele con Eugenio Bennato

 Da rimarcare la sua frequentazione con Eugenio Bennato, con cui si è esibito più volte in questi ultimi tempi, indiscusso maestro del folk popolare e della tarantella. "Però mentre Bennato con il taranta power (energia della tarantella) ha voluto evidenziare i quattro poli della tarantella stessa (Salento, Campania, Gargano e Calabria) differenziando i vari modi di esecuzione, il mio progetto – dice Vecchio – è quello di valorizzare i suoni ed i ritmi dell’Italia centro-meridionale dove il saltarello e la tarantella si fondono e si concatenano armonicamente con la musica mediterranea". Alla realizzazione di questo affascinante progetto, oltre a Benedetto Vecchio (voce, chitarra battente e tamburello) partecipano il violinista rumeno Michele Christescu, Gennaro Del Prete (chitarra classica e chitarra solista), Leopoldo Testa (mandola e mandolino), Michele Cantarella (basso) e Robert Vincitorio (batteria), Daniele Marinelli (tamburello).

 

 

Cavallo di battaglia del gruppo le canzoni dei briganti già interpretate con successo da Eugenio Bennato e Musicanova. "Il brigantaggio – afferma convinto Benedetto Vecchio nativo di Colle San Magno e discendente del celebre capobanda Bernardo Colamattei – è stato un fenomeno politico-sociale che nel periodo post-unitario interessò le nostre terre poste a confine con lo stato pontificio. Esse furono teatro di cruenti scontri fra gli invasori piemontesi ed i nostri contadini che si battevano non solo per il Re di Napoli ma anche e soprattutto per difendere le proprie terre.

 

Benedetto con Ivan Murro e Ambrogio Sparagna (organettista di Maranola di fama internazionale )

 

Con la nostra musica io e il mio gruppo cerchiamo di dare voce a tutti quei personaggi minori, spesso sconosciuti, che il disagio economico e sociale costrinse alla ribellione, alla macchia e che, spesso e volentieri, incontrarono la morte". Con queste premesse non è improbabile ipotizzare che Benedetto Vecchio, singolare "menestrello" del 2000, possa diventare, di qui a breve, il vero "testimonial" musicale della nuova provincia del Lazio meridionale della quale, oggi più che mai, si avverte chiaramente l’esigenza.

Fernando Riccardi