Buone Feste,vecchi amici

Una delle pagine più belle di tutta la letteratura mondiale si intitola "A Christmas Carol" (in italiano "Canto di Natale"), scritta da Charles Dickens nel 1843. Sono trascorsi oltre 150 anni e quella storia è entrata a far parte delle festività natalizie proprio come l’albero di Natale addobbato, i doni infiocchettati portati da Babbo Natale (o Santa Klaus) , i piatti tradizionali (dal tacchino ripieno americano all’oca inglese fino ai capponi ciociari), il caminetto acceso (chi ha la fortuna di averlo!), la lunga attesa nella Santa notte, il presepio, almeno per noi Italiani, fino alle e-mails di auguri che hanno quasi totalmente sostituito, negli ultimi anni, i tradizionali bigliettini inviati per posta. Perché continua ad avere tanto successo quella vecchia storia dickensiana? Probabilmente perché, a dispetto di una società in cui sembrano predominare sempre più l’aridità e la discordia a discapito dell’amore e della solidarietà, in fondo in fondo tutti coloro che conservano nel cuore un briciolo di sentimento, non possono non farsi coinvolgere dalla celebre vicenda del cattivo e disumano Scrooge che si redime proprio la notte di Natale, dopo aver vissuto, in rapida sequenza, il suo passato, il presente ed il futuro che lo aspetta. L’avaro personaggio, mirabilmente descritto nella prima parte del romanzo come inumano e inavvicinabile, privo di qualunque slancio verso il prossimo, legato soltanto al denaro ed al proprio tornaconto, ottenuto sulla pelle dei più deboli, piano piano si converte e finisce per offrire i suoi soldi a tutti i poveri della città. La storia ha avuto molte trasposizioni cinematografiche, tra cui forse la più celebre è quella di Walt Disney, protagonisti Zio Paperone e Topolino (!). Questo "manifesto" all’altruismo ed alla solidarietà cristiana nei confronti dei più bisognosi non può mancare sul comodino di ciascuno di noi, soprattutto durante le feste natalizie. Come non mancherà, per il sesto Natale consecutivo, una copia dell’Eco sotto il vostro albero. Sembra ieri che finivamo di stampare quel primo numero natalizio: ricordate la copertina con la foto di Vittorio Inzaina intento a festeggiare con una scarpa in testa? Sembra ieri. Invece era il Dicembre 1996. E ci siamo fatti tutti un po’ più vecchi. Ma con l’età è cresciuto anche questo bel rapporto tra i lettori dell’Eco. Ed allora, cari vecchi, incrollabili amici, brindiamo ancora una volta insieme, augurandovi un periodo di grande gioia, serenità e, soprattutto, tanta allegria. Ridere fa bene, ricordatelo sempre. Ridete e brindate. L’Eco è con voi.

R.M.