Eco Revisited

 

Per i cultori dei "vecchi" articoli dell’Eco - che gli amanti di internet possono "scaricare"direttamente dal proprio computer casalingo - riproponiamo due articoli a sfondo calcistico: una recensione di un libro sulla gloriosa formazione del Cassino, ed una serie di aneddoti calcistici proveniente dalla lunga memoria di Ferdinando. Apparvero esattamente sull’Eco n.8 (Maggio-Giugno 1997).

LO STORICO CASSINO

Proseguendo nella storia a puntate delle maggiori squadre del calcio italiano, dopo Lecco, Ternana e Padova, narriamo del nostro corregionale Cassino.

Prendiamo lo spunto dal preziosissimo testo, da noi scovato di recente in una libreria della cittadina, che traccia un esauriente excursus sulle vicende della squadra azzurra.

Il libro, di Gino Salvetti, per l’Editore Lamberti, si intitola "Un pallone azzurro - Ricordo del calcio a Cassino". Si comincia con l’anno di nascita della gloriosa società, il 1924, in cui "il Cassino anno uno era nato con un nome polemicamente latino: Quis Contra Nos?, nome che sarebbe rimasto a lungo, fino agli anni trenta, quando diventò ufficialmente Cassino".

Si narra dei primi anni, pionieristici, in cui al termine dell’incontro, i giocatori ottenevano, al massimo, pagnottelle, spaghettate e qualche "passatella".

Dopo una memorabile amichevole contr.o la Roma di Fulvio Bernardini, i giocatori furono mandati a lavarsi nella vasca antistante il Liceo Carducci non avendo il campo gli spogliatoi con doccia. "Non capita tutti i giorni di vedere una squadra di calcio che, a piedi, grondante sudore e terra, passa come in pellegrinaggio in mezzo a incuriositi cittadini, per andarsi a gettare, tra lo sgomento dei pesciolini rossi, in una ornamentale vasca cittadina".

Quindi si ricorda una partita di campionato col Ceprano, con cui si concludeva un torneo vinto dal Cassino, "in un mare di mazzate indimenticabili, come sarebbe stato poi nella norma di ogni incontro tra le due città".

Dopo la guerra si ricomincia da zero: "tra paste e fagioli robuste (un pranzo allora di lusso), tra pollastrelle e vino buono... nacque la nuova strada del Cassino".

Ovviamente si descrivono, in lunga carrellata, tutti i protagonisti, di cui citiamo i più importanti: il Doryan Gray del pallone, Umberto PIO, che con un tiro "da due metri tolse il cappello al portiere avversario"; e che una volta, in una partita in cui non riusciva a beccare un pallone, a Roma contro l’Artiglio:

"Pio, Pio, Pio! gridavano le sue donnine sgomente. Pio Pio Pio ..e piia ‘na palla! disse un romanaccio allora..."; Mario QUAGLIOZZI, le cui fondamentali caratteristiche erano "la velocità e la mazzata"; il centravanti TANZILLI, che "è dotato d’uno scatto e d’un dribbling eccezionali e possiede inoltre una castagna secca e micidiale come rari giocatori, perfino in serie superiore"; il dirigente Edmondo FANTACCIONE, "per natura insofferente ad ogni forma di comando"; Franco VENTO, l’idolo dei tifosi cassinati, "giocatore completo, sensibilissimo al fascino della rete, capace da solo di risolvere una partita, gazzella senza confronti negli spazi di un prato semiprofessionistico e uomo da non discutere nel caso di rappresentative regionali e nazionali"; Giorgio AZZIMONTI, proprio lui, il "cervello" del Lecco in serie A e B (vedi puntata n.1 sul glorioso Lecco, n.d.r.), e ancor prima alla Solbiatese dove, come recita una figurina Mira, "lui e solo lui, con i suoi lanci rapidi e precisi metteva i compagni in condizione di segnare", che concluse la sua carriera a Cassino, dove veniva chiamato "il Professore"; e ancora Melloni, Rufo, Di Carlo I, Pizzi, Calagreti, Santamaria, Frank, Frara, Cozzella, Urbano I e Urbano II e tanti altri altri ancora che contribuirono a portare il Cassino fino alla serie C2, nel 1978-79, prima dell’inevitabile e progressivo declino.

 

Il Cassino 1972-73, sapientemente guidato da Girogio Azzimonti

 (secondo in alto da destra, con la barba)