Eco Revisited

Il fantasioso articolo di seguito riportato fu pubblicato sull’edizione n. 11 dell’Eco di Roccasecca, nel lontano dicembre 1997.

Tale fondamentale contributo poté essere scritto soltanto grazie all’ispirazione proveniente dall’illustre professore Alessandro Bertani da Monfalcone, Nord Est d’Italia.

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Vita degli animali

Il Tapironte

Questa volta dedichiamo la nostra consueta pagina zoologica ad un animale, praticamente estinto, di cui non si avevano molte notizie fino al recentissimo ritrovamento, da parte del professor A. Bertani, di alcune antiche e preziosissime incisioni di un suo avo, il celebre Bertanio, che raffigurano il mitico animale.

 

Stiamo parlando del Tapironte, il famoso animale a tre zampe, vissuto circa 3.000 anni fa. Il tapironte deriva da un altro antico animale, il cui nome scientifico è Cerons Arcaicus Biproboscitatus, noto anche come Cerons Express Simplex.

Della famiglia dei perissodattili arcaici, diffuso soprattutto nell’Italia Centrale e nell’Africa Orientale, da questo antichissimo animale hanno avuto origine: il rinoceronte, il tapironte e la zanzara anofele.

Animale simpaticissimo, il Cerons, nei momenti di massima contentezza, ruotava, mulinandole festosamente, le due proboscidi e si librava in brevi voli circolari ricadendo sulla schiena con un certo frastuono. Nel periodo precedente a quello riproduttivo, le femmine si ritiravano per due anni sul Monte Amiata dove si nutrivano di plancton appenninico; i maschi, invece, nello stesso periodo, soggiornavano a Senigallia, cibandosi, a giorni alterni, di confetti marini e di gladioli.

Il tapironte, nome scientifico Thapirons Elephantatus Concupisciens, è animale simpaticissimo, in famiglia e nella vita sociale in genere. Di intelligenza acutissima.

Rispetto al suo avo ha mantenuto una sola proboscide, arcuata in basso. Al termine dell’infanzia, perde la "zampa caduca" posteriore e subisce il raddrizzamento caudale.

Quando è felice si inarca sull’unica zampa posteriore ed agita in alto i due arti anteriori, lanciando il caratteristico, acutissimo barrilatrato. In età infantile si nutre di insetti veloci, in età adulta è ghiottissimo di uova di mucca umbra o, in alternativa, di zuppa di fagioli preparata con fette di pane casereccio ciociaro.

Questo simpatico animale sembra oramai estinto, anche se ne sono stati avvistati esemplari, negli ultimi anni, nei dintorni di Sacrofano, presso le colline prospicienti Taizzano di Narni e nelle gole tra i monti vicino Colle San Magno.

Purtroppo coloro che hanno fatto questi avvistamenti non sono riusciti a scattare fotografie in quanto il tapironte, timidissimo, appena vede un essere umano fugge via, saltellando nel caratteristico zompo a tre zampe.

 

 

Ricordiamo infine che il suo parente più prossimo, sia pure molto alla lontana, può essere considerato il rinoceronte indiano, mentre nulla hanno a che vedere con lui gli elefanti, e nemmeno i tapiri, provenienti da tutt’altra specie.

Il WWF ha lanciato negli ultimi giorni un appello affinché gli esemplari superstiti, se ne esistono realmente, vengano messi sotto la protezione delle associazioni degli animali, ma non rinchiusi in giardini zoologici, parchi naturali, né tantomeno circhi, bensì eventualmente affidati a famiglie residenti in campagna, di indole buona e pacifica, come il simpatico animale merita.

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Vogliamo approfittare dell’argomento appena trattato per pubblicare un altro contributo eccezionale del professor Bertani, ritrovato di recente, durante un "trasloco" e miracolosamente salvato da sicura tritatura in mezzo ad una tonnellata di oscuri ed inutili documenti.

Si tratta di un saggio scritto dal Bertani in risposta ad una domanda di un allievo sull’origine dei "Tursiopi troncati ad elica caudale" (evoluzione del Gliptodonte darwiniano). L’allievo pensava, erroneamente, che tale delfinide discendesse dal "Tapironte elefantato a tre pinne", ma era in errore. Il Bertani rispose con il documento che pubblichiamo in anteprima mondiale.

 

Il Tursiope troncato

La famiglia dei Tursiopi non è una buona famiglia.

Infatti nella stessa famiglia convivono soggetti un po’ strani ed in particolare piuttosto nervosi. Nessuno va d’accordo con gli altri. Ma in questo caso noi non ci occuperemo degli affari familiari dei Tursiopi, perché non sono "casi" nostri.

Comunque, i Tursiopi sono divisi in due classi:

I Tursiopi Troncati ed i Tursiopi Completi.

Entrambi i ceppi derivano dalla grande e serena stirpe dei Gliptodonti.

La metamorfosi è avvenuta, alcuni anni fa, d’estate a Senigallia. Nell’occasione, era agosto, due Gliptodonti mazziati, i più caratteriali della famiglia, andarono in vacanza al mare e si misero a far gli scemi con due piovre tedesche, biondissime e di facilissimi costumi.

Non uscendo mai dall’acqua, le corazze dei Gliptodonti si ammorbidirono ed al loro posto crebbe sulla schiena la famosa pinna dorsale, mentre la mazza ferrata caudale si trasformò in elica.

Dopo un paio di settimane di turpi corteggiamenti, un Gliptodonte si tranquillizzò e si sistemò con una delle due piovre tedesche, che nel frattempo aveva messo la testa a posto, mentre l’altro bisticciò (durante un amplesso) con l’altra piovra la quale, imbufalita, lo morsicò, recidendo al Gliptodonte "l’organo".

Da qui nacquero i Tursiopi Completi ed i Tursiopi Troncati.

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Francobollo australiano raffigurante un Tursiope