Yesterday’s Papers

Una vecchia canzone diceva "Who wants Yesterday’s papers?" ovvero "Chi vuole i giornali di ieri?" … E proseguiva "Nobody in the world" (nessuno al mondo). Ebbene, questo Eco che avete tra le mani potrebbe apparire come un giornale non solo di ieri, ma dell’altro ieri, considerato che era programmato per il bimestre marzo-aprile. E’ uscito dunque con circa 4-5 mesi di ritardo. Non era mai successo, dal maggio 1996, quando fu dato alle stampe il mitico numero 1. Spero dunque che non puzzi troppo di stantio, e che venga letto almeno una volta, prima di finire in cantina sotto i boccioni dell’olio, ad uso "assorbi gocce e trasudo". Dei motivi e delle buone (o cattive) intenzioni ho già parlato in prima pagina. Ora vorrei soltanto provare a farvi pervenire qualche ulteriore riflessione che spero susciti suggerimenti, proposte e consigli che saranno come sempre i benvenuti. Che dire?

Forse ci eravamo abituati troppo bene: 6 numeri all’anno, circa 120 pagine da leggere nell’arco di 365 giorni, una ogni 3 giorni, mica male per un giornalino come il nostro, no? Con fantasia e creatività, ma anche con costanza, rigidità, ordine e metodo finora eravamo riusciti a portare a termine questo impegno, sia pure in mezzo a mille difficoltà.

O forse ci troviamo di fronte soltanto ad un "momentaneo" appannamento collettivo e magari già da settembre riprenderanno ad affluire in redazione corposi contributi da parte dei nostri collaboratori "begli addormentati". Certo che se per risvegliarsi dal ciociaro torpore stanno aspettando, come nelle fiabe, il bacio della principessa o del principe azzurro … stiamo messi bene! Ma non mi sembra giusto gettare la croce soltanto su chi scrive il giornale. Anche i nostri amati lettori un tempo erano molto più esigenti, ci contattavano più spesso, e, soprattutto, si preoccupavano se l’Eco non veniva pubblicato nella data prevista. Ora un certo rilassamento sembra aver preso anche gli "utenti finali" del giornale. Sarà il buco dell’ozono? O nen sarà che a lègge tutte ‘ste paggene in 6 anni aglie roccaseccani gli sarà venute ‘nu male agliu cape?

Per concludere, se non vogliamo sembrare troppo un "giornale di ieri" dobbiamo commentare anche un po’ di attualità, non vi pare?.

Vediamo un po’ cosa ci ha portato di nuovo questa estate 2002. L’obbligo di tenere accesi, di giorno, i fari delle automobili … speriamo che la prossima legge non ci imponga di tenerli spenti di notte! La Fiorentina è fallita: niente male per un club che negli ultimi anni ha avuto giocatori come Batistuta, Toldo, Rui Costa, Nuno Gomes, Balbo, Adani e tanti altri … avesse comperato Hubner e Riganò anziché Leandro e Mijatovic! Purtroppo anche il glorioso Lecco non fa più parte del calcio professionistico, e questo mi addolora particolarmente, pensando a quella mitica squadra bluceleste che annoverava immortali campioni come Azzimonti, Schiavo, Bacher e Tettamanti. Mi auguro una pronta e rapida risalita almeno in serie B! Tra i dischi più venduti (si fa per dire, perché la crisi del settore discografico va di pari passo con quella del calcio, in Italia!) spicca "des Visages des Figures" dei misconosciuti francesi Noir Desir, che stanno ottenendo uno sbalorditivo successo in Italia, a dispetto di una musica di non certo facile approccio e dell’unico video in circolazione, abbastanza oscuro ed inquietante. Io sapevo della loro esistenza solo grazie all’amico Norbert di Pont de l’Arche che mi informa da un anno sui loro concerti e sul loro deciso impegno politico. A proposito di musica, ho in cantiere uno speciale su altri dischi assurdi dalle copertine "impossibili" che vi lascerà senza parole.

Non mi sembra che ci sia altro, a parte i soliti esperimenti atomici a Roccasecca Scalo, nel prato della Casa Cantoniera, il giorno di San Rocco. As usual.

Il Direttore