Sono arrivato all’ultima pagina di questo (ennesimo) faticoso Eco e mi rendo conto solo ora che siamo al 20 di Dicembre. E nessuna delle 20 pagine precedenti dedica alcuna parola al Santo Natale. Il motivo è molto semplice. Nell’anno 2002 sono stati pubblicati soltanto 4 numeri anziché i fatidici 6; questo n. 40 era previsto per Ottobre, poi si è … fermato. Al momento di raccogliere tutti i fogli per assemblarli, alcuni erano ricoperti di polvere!. Non ripeto quanto già scritto in precedenza riguardo alle cause di tale rallentamento, argomento che tutti ormai conoscete bene, spero solo di non dover ricorrere un giorno non lontano all’eutanasia per l’Eco, a dispetto delle leggi vigenti …

Ma siamo a Natale e cerchiamo di pensare positivo. Forse parecchi di voi non sanno, o non ricordano, che questo è nientedimeno che il settimo Natale che trascorriamo insieme!

E potete farvi tutti un gran regalo di Natale con una piccolissima spesa: mettete sotto l’albero un libro, di qualsiasi genere, e spegnete per qualche ora la TV, magari al sabato sera, quando si scatena il Duello dell’Odiens tra due dei programmi più inutili mai apparsi sul piccolo schermo. Sento la nostalgia per una televisione più semplice e allo stesso tempo più godibile, come le gustose candid camera (vere) di Nanni Loy. Ve la ricordate quella in cui chiedeva ad un passeggero dell’autolinea Roma-Castelli di portare un prezioso pacchetto alla sua fidanzata che l’avrebbe aspettato al capolinea? Sulle insistenze del malcapitato, il quale si preoccupava di avere tra le mani qualche oggetto dal valore troppo elevato, Loy, con quel faccione da finto ingenuo, apriva l’involucro, mostrando allo sgomento “trasportatore” una mela morsicata! E spiegava che all’atto del ricevimento, la sua fidanzata avrebbe dato un altro morso e, tramite un nuovo viaggiatore, avrebbe inviato di nuovo la mela a Roma, dove lui avrebbe dato ancora un morso … e così via!. Oggi siamo costretti a guardare squallidi spettacoli, tutti livellati in basso, frutto di menti divorate dal cancro del successo ad ogni costo. Che pena!

 

Può sembrare banale riproporre ad ogni Natale la lettura del “Canto di Natale” (A Christmas Carol) di Dickens, ma io lo farò ancora per anni ed anni, nella speranza che il messaggio in esso contenuto smuova qualche coscienza, inducendo gli uomini – soprattutto i roccaseccani – a comprendere i veri valori della vita, lasciando perdere le Grandi Firme e gli orpelli inutili con cui si DEBBONO confrontare con amici e parenti nel corso dell’anno ed in particolare durante le feste, momento in cui le occasioni di visite reciproche sono più frequenti. Leggere, lo ribadisco ancora una volta, è un modo per combattere l’ignoranza; acquisire più soldi del necessario, da spendere in ancor meno necessari oggetti è un modo perfetto per alimentare questo tipo di ignoranza. E’ davvero sufficiente seguire la S. Messa di Natale, magari restando fuori dalla Chiesa per l’eccessivo affollamento, per depurarsi la coscienza, cari illustri compaesani?

Charles Dickens, riconosciuto come l’inventore del romanzo a sfondo sociale, ha denunciato nei suoi romanzi le ingiustizie della società vittoriana opulenta e perbenista. In un articolo pubblicato nel 1848 ha scritto: “In prossimità del Male, della Malattia e della Povertà, cova sempre l’Ignoranza”. Ed io con l’immagine del protagonista “buono” di A Christmas Carol, invio a tutti voi gli auguri più intensi di Buon Natale.

 

Il Direttore