I nostri muri, specchio della società

 

Se tu non ci fossi

La mia vita non esistesse

 

 

Ho pensato tante volte che sarebbe stato interessante riprodurre su un libro fotografico le scritte più particolari che appaiono sui muri delle nostre città. Frasi amorose, appelli per liberare prigionieri politici, inviti scurrili, sigle politiche successivamente “corrette” dagli avversari e così via. Questo particolare tipo di “comunicazione” viene da anni utilizzato frequentemente nelle grandi città, ma anche nei paesi, sui ponti autostradali, sui muri di case abbandonate, etc.

Nella Capitale l’impatto è ancora più speciale, dato il proverbiale umorismo insito nel romano (Pasquino docet!).

In questo senso è indicativo quanto apparso in una di queste ultime caldissime estati:

 

CO’ STO CALDO CE VOLEVA

UN BEL GOVERNO-OMBRA

 

Ecco un breve campionario di altre scritte che ricordo di aver visto di persona (in grassetto le voci aggiunte da successivi “writers”):

 

+ BISTECCHE   - POLPETTE

 

CUCCO LIBERO     TURONE STOPPER!

 

DIO C’E’      O CE FA

 

CUCCIOLA 6 LA MIA VITA. Cucciolo

 

 

Sul tema amoroso alle volte ho visto la stessa frase utilizzata cancellando il nome precedente e mettendone sopra un altro. Ho sempre sperato che si trattasse di un avvenuto cambiamento nella vita sentimentale dello scrivente piuttosto che dello sfruttamento, da parte di innamorato pigro, di una frase già scritta da un altro! Ricordo una LARA SEI BELLA COME IL TRAMONTO che durò diversi mesi, prima che una bella riga nera fosse tracciata sulla povera Lara, sostituita da una Silvia! (ho cercato di riprodurre al computer questa lontana memoria).

Dura da anni, viceversa, una rima “baciata”:

COSTANZA TI AMO SENZA SPERANZA tracciata da un equilibrista (o un volatile, un aracnide o un trapezista, o un Rambo appeso con una fune da un elicottero, fate un po’ voi!) sotto la volta alta di Ponte Flaminio. E’ un luogo veramente inaccessibile, praticamente impossibile da raggiungere a meno che non ci si metta a testa in giù sorretto per i piedi da Maciste!

 

 

Sono certo di aver già pubblicato su uno dei primissimi numeri dell’Eco questa fotografia che scattai nella seconda metà degli anni ’70 dalle parti di Villa Fiorelli, a Roma

A firma di una radio privata dall’alto contenuto chimico (H2 ROCK) appare il significativo invito a votare per … il cantante “alternativo” Lou Reed! Un gesto goliardico? Un amore immenso per l’ex leader dei Velvet Underground? Un disimpegno totale dai partiti tradizionali? Chissà!

 

A proposito di sigle politiche e relative “correzioni” , ecco, nella perfetta riproposizione effettuata al computer da un altro testimone dell’epoca, Luigi Probbo, un gruppetto delle più celebri.

Ci trasferiamo negli anni ’70, quando la lotta politica, tra destra e sinistra e tra estremisti e sistema, ebbe il suo punto più alto.

Le opposte fazioni duellavano a base di manifesti incollati su strati infiniti (spesso utilizzando la colla ancora fresca degli avversari!) e di scritte corrette nei modi più strani e bizzarri.

Certo, se quei ragazzi invece di impugnare bastoni (e successivamente armi) avessero scelto la strada dell’ironia per combattersi tra loro e per soppiantare il “sistema” forse avrebbero raggiunto risultati migliori!

 

 

La Destra corregge la Sinistra:

da AUTonomia OPeraia

ad AUTOBUS

 

da POTERE OPERAIO

a BODERE OBERAIO – AUGH

evidente l’inclinazione di chi scrive ad accomunare stesso calderone Neri, Indiani, insomma qualunque “diverso” non-bianco!)

 

 

 

 

La Sinistra corregge la Destra

da MSI ad OMSA!

Come si passa da un partito ad un paio di gambe!

la certezza della vittoria finale … in quale campo?

 Di certo la più celebre di tutte, ancorché “un po’ pesante per il benpensante” è la correzione di Lotta Continua che campeggiò per anni sui muri della capitale.

 

CAR LOTTA CONTINUA A FARE LA MIGNOTTA

 

Per finire in bellezza, vi propongo l’ultima “perla” inviata in redazione da Franco Nardi, datata Dicembre 2003. Il nostro fotoreporter l’ha intitolata “Amore congiuntivo”.

 

 

L’ignoto innamorato, talmente preso dalla sua passione, ha dimenticato l’uso dei verbi in Italiano ed ha scritto a caratteri cubitali sul muro:

SE TU NON CI FOSSI

LA MIA VITA NON ESISTESSE.

Un capolavoro.

 

RM