Non solo penne, spaghetti e rigatoni…

(2° puntata)

 

Miria e Paola proseguono con passione nella ricerca di formati speciali e particolari di pastasciutta con un nuovo saggio dedicato alla “oggettistica varia”.

Prima di cominciare torniamo brevemente sull’argomento della scorsa puntata, gli “animali”. Molti lettori ci hanno fatto notare delle dimenticanze relative agli “animali nella pasta”, (che non sono i vermetti o le farfalline che si formano quando il pacco è scaduto, bensì il nome dei formati, precisazione doverosa per chi non ha letto la prima puntata) e quindi precisiamo che è stato dato spazio ai formati meno consueti (Calamarata, Strozzacavalli, Denti di Elefante, Creste di Gallo) tralasciando le forme più note.

Pertanto non erano state citate Farfalle, Lumache, Lumaconi, Rombi, Conchiglie, Occhi di Lupo, Occhi di Pernice, Vermicelli, etc.

A completamento del discorso faunistico aggiungiamo un recentissimo ritrovamento di marca Riscossa. Trattasi delle Lingue di Passeri. Evitate allusioni e doppi sensi, per cortesia!

 

 

 

Detto ciò, passiamo all’argomento della puntata odierna, l’oggettistica. Citazione per Penne e Pennoni, Anelli e Anellini, Maniche e Mezze Maniche, Ditali, Ditalini e Ditaloni, Eliche, Paglia e Fieno, Ruote, Stelle e Stelline.

Il primo formato speciale che presentiamo è dedicato a tutti gli sportivi: si tratta di piccole Racchette da tennis De Cecco, ottime con pisellini (possibilmente bianchi o gialli) aventi funzione di palline; il tutto deposto su un piatto da portata verde se trattasi di racchette sull’erba o marrone se su terra battuta.

 

 

I Fiammiferi sono una creazione della pasta Ghigi, una marca storica, che ha gli stessi anni dell’Italia unificata, essendo nata nel 1870.

Certo a guardarli bene questi fiammiferi sembrano un po’ ricurvi rispetto agli “originali”! Mah.

 

 

Ci trasferiamo nel mondo delle automobili per assaggiare dei gustosissimi Radiatori.

Ottimi serviti con verdure miste (melanzane, zucchine, carote, pomodorini pachino) ed olio a crudo, ma fate attenzione a non versarci sopra un “Motor Oil Turbo” !!!

 

 

Trasferendoci dal campo motoristico a quello musicale ci troviamo di fronte ad un formato in realtà molto similare.

Infatti le Fisarmoniche artigianali “C’era una volta” non sono molto dissimili ai Radiatori per forma, consistenza e sapore.

Anche questi strumenti, tra l’altro molto utilizzati nella musica tradizionale laziale, sono dunque ottimi, oltre che con qualunque sugo, anche con verdure varie e colorate, esattamente come i similari Radiatori.

 

 

Non proprio rare le Pipe nell’ambito della pasta italiana, ma le Pipette rigate ci sembravano degne di considerazione. Non dissimili da conchiglie e gomiti di vario genere, questo prodotto Barilla ben si sposa con sughi ricchi il cui contenuto si infila esattamente nel buco più largo della pipa, rendendo ogni singolo boccone una piccola delizia ripiena. Qualche appassionato di Braccio di Ferro, celebre per la sua pipetta, dice che vanno magnificamente anche con gli spinaci.

 

 

Si cambia di nuovo genere di oggetto, e di personaggio! Pensavamo che i Cappelletti fossero soltanto una pasta ripiena, come gli agnolotti e i tortellini. Poi abbiamo scoperto i Cappelli di Napoleone, ottima pasta di semola grano duro da battaglia, ancora della sorana Zaffiri.

 

Le sue origini sono ignote, ma c’è chi giura di averne ritrovati pacchi dalle parti di San Pietroburgo, come c’è chi assicura che per anni è stata ai primi posti di gradimento nei menu settimanali del manicomio di Ceccano, località non distante da Sora, città dove la Zaffiri crea da diversi lustri questi gustosi copricapi!

 

Concludiamo con una doverosa citazione autobiografica, .

 

 

Forse ricorderete che in una vecchia edizione dell’Eco Angelo Scienziato era andato a scovare in Australia un pacco di pasta “dedicato” alla nostra collaboratrice Paola Gobbetti.

Ne ripercorriamo il commento originale:

 

 

Nel caso della pasta "Tirreno", ci troviamo di fronte ad un nome italianissimo e ad una busta su cui trionfa l’italico tricolore, peccato sia prodotta in Indonesia!

Ma le curiosità non finiscono qui, state a sentire. Una delle più strette collaboratrici dell’Eco, fin dalla nascita della rivista, è Paola Gobbetti; Paola ha sempre subìto certe battute di spirito dovute al fatto che, con la sua famiglia (genitori e sorella Anna), forma i "4 GOBBETTI" da non confondere con i "3 GOBBETTI" del celebre Orzo (di cui, in verità, la famiglia Gobbetti è stata per anni assidua consumatrice, n.d.r.). Ebbene, tornando alla pasta "Tirreno", sapete come si chiama il formato della busta in nostro possesso?

Il nome è "201 GOBBETTI" !!!

Si tratta di tutta la dinastia familiare fino alla settima generazione?

 

 

Ebbene, più recentemente è stato trovato un nuovo tipo di Gobbetti, inferiori di numero (63 anziché 201) e “rigati”: i Gobbetti Rigati!!!

Una chicca per palati fini, naturalmente. Da gustare preferibilmente con sughi di carne, ma anche in bianco con panna, piselli e salsiccia tritata marchigiana.

Ovviamente i più accesi collezionisti potranno provare ad assaggiare un primo piatto misto, completo dei 201+63, ovvero 264 Gobbetti!

 

Appuntamento alla prossima puntata

 

 

A cura di Miria e Paola