Personaggi e persone

 

Di Luigi Probbo

 

Le epoche della storia, o se preferite, della historia che Alessandro Manzoni amava definire ne "I Promessi Sposi" una guerra contro il tempo si materiano di eventi e di uomini capaci di imprimere ad essa caratterizzazioni ora sfumate, quasi evanescenti, ora assai marcate, talvolta indelebili, tanto nel bene che nel male, nella vita di ciascuno di noi. Desidererei parlare in queste righe di due personaggi che, nel recentissimo passato, hanno lasciato questo mondo, quasi seguendosi l'uno con l'altro. Mi riferisco agli indimenticabili Sandro Ciotti ed Enrico Ameri.

 

Enrico Ameri e Sandro Ciotti, eterni amici-nemici, sovente si “scontravano” a carte (foto Omega, dalla Rete)

 

E desidero ripercorrere attraverso le loro carriere, la vita di molti di noi. Noi che siamo le persone che hanno avuto modo di conoscerli ed apprezzarli.

 

Ma a quali persone mi riferisco? A tutti coloro che hanno amato il calcio o più in generale lo sport....quello che non c'è più. Quello della televisione in bianco e nero (forse sarò banale....) quello di "Carosello" o del suo corrispettivo nell'allora neonato Secondo Canale TV chiamato "Intermezzo", dove trovava spazio la reclame del Caffe' Paulista o dell'Omino della Bialetti....ma ricordate anche Oracolo, il pupazzetto che perse la parola?

Ricordate quando genitori e nonni da una parte volevano vedere Tribuna Politica con Jader Jacobelli o Ugo Zatterin sul "Primo" e figli e nipoti dall'altra volevano vedere invece il film western con John Wayne che veniva trasmesso sul "Secondo"?

Solo il Tenente Sheridan (altro mitico personaggio: Ubaldo Lay) con le sue Donne un anno di Cuori, un altro anno di Picche, un altro di Fiori etc etc riusciva a mettere d'accordo la famiglia intera, ma anche li' nascevano le inevitabili contese con i genitori in quanto queste trasmissioni terminavano troppo tardi e la mattina dopo si doveva andare a scuola.

Quasi a ruota seguirono i racconti ambientati in Inghilterra, medievale o moderna che fosse, ed interpretati da attori italianissimi (che facevano gli Inglesi) come Aldo Reggiani, Glauco Onorato ed Arnoldo Foa' ("La Freccia Nera") Alberto Lupo ("Un Certo Harry Brent"), Aroldo Tieri ("Melissa"), Luigi Vannucchi ("Giocando a Golf una Mattina"-"A come Andromeda")in sintesi le trasposizioni televisive di racconti scritti da Autori del calibro di Robert Louis Stevenson, Francis Durbridge, Fred Hoyle e John Elliot....e scusate se ho dimenticato il Commissario Maigret in cui il bolognesissimo Gino Cervi si integrava alla perfezione nel panorama parigino concepito da Georges Simenon, potrei citare quindi "La Cittadella" ancora con Alberto Lupo poi "E le Stelle stanno a guardare" interpretato da un giovanissimo Orso Maria Guerrini (....ma aveva ancora i capelli oppure portava fino da allora il parrucchino?) Su tutti gli altri un solo regista: Anton Giulio Maiano.

Il nastro della memoria continuerebbe a srotolarsi all'infinito,per questo altri nomi di trasmissioni e rispettivi interpreti e registi meriteranno da parte mia una trattazione apposita.

 

La lunga premessa (spero non Vi abbia recato noia) serva ad inquadrare noi che avemmo i nostri albori durante il periodo di queste produzioni TV e che ora ci avviciniamo al mezzo secolo di età.

 

Ameri

 

Ma ecco in quegli anni spuntare dai transistor della domenica le voci tanto diverse fra loro ed inconfondibili di Sandro Ciotti ed Enrico Ameri....memorabili domeniche pomeriggio, finalmente senza compiti da fare, eccoli qui a parlarci delle vicissitudini dolciamare dei colori da ciascuno di noi difesi. "Scusa Ameri...." O "Scusa Ciotti...."Ed il cuore sobbalzava....la tua squadra aveva segnato? Ti sentivi il più ricco del mondo. O avevano segnato gli altri? E giù a pensare a sette tremendi giorni da attendere prima di una nuova possibilità di riscatto.

E sui banchi di scuola? Tutti noi abbiamo sognato il nostro cognome pronunciato da Ciotti o da Ameri. Si arrivava persino a far finta che la squadra della nostra classe giocasse contro il Brasile, sostituendoci addirittura alla Nazionale, e che Ciotti o Ameri descrivessero le nostre azioni ed i nostri gol.

 

Ciotti

 

Così trascorsero le Scuole Medie e le Superiori, nella full immersion della più pura invenzione, quasi a sfiorare l'autismo.

 

In un' epoca in cui non esistevano ne' i computer ne'le play-stations, esistevano solo le nostre fantasie ed i nostri cervelli lasciati a briglia sciolta, impegnati a crearsi da soli una sorta di gioco di ruolo ante litteram o di passatempo personalizzato.... Ancora gli anni trascorrono veloci, ecco l'Università,ecco il Servizio Militare, ecco gli impegni di lavoro, sempre più pesanti (...e chi l'avrebbe mai detto!) Ancora e sempre loro due, Enrico e Sandro i personaggi in soccorso delle persone, con le loro voci ad alleviare le noie della naja di noi perduti tra Verona, Gioia del Colle e Comiso (dove c'erano i missili USA) a distrarci dalla paura dell'esame a Medicina o Scienze Politiche o dall'impegno lavorativo del lunedì. Vincere? Perdere? Pareggiare? Con il passar degli anni che importanza aveva? I colori del cuore, prima tanto difesi,adesso sbiadivano, la gioventù si allontanava a grandi passi, ma c'erano pur sempre loro a ricordarcela, a dirci che se anche questa non c'era più era un patrimonio il cui ricordo -almeno quello- nessuno poteva portarcelo via.

Ora la storia, o meglio la historia ha perduto due grandi giornalisti nonché grandi personaggi, campioni di signorilità e di cultura.

Consentite a noi persone di sentirci un po' più sole ed indifese nel combattere questa (impari) guerra contro il tempo.

 Signori, presentat-arm!

 

Luigi Probbo

 

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Per una volta il Dottor Probbo non si è cimentato con storie vere provenienti dalla sua esperienza quotidiana di medico o di semplice osservatore della realtà. Infatti, commosso dalla scomparsa del “secondo” grande radiocronista dei tempi d’oro, Enrico Ameri, giunta improvvisa lo scorso 6 aprile, l’amico Luigi ci ha tempestivamente inviato il suo ricordo, che valica l’aspetto sportivo e personale per inquadrare tutto un mondo radiotelevisivo – e non solo! - che non c’è più.