Il bianco e il nero

 

Due sono, a mio parere, le testimonianze pacifiste che più hanno caratterizzato la seconda metà del XX° secolo.

La canzone “Imagine” del bianco John Lennon e il discorso “I have a dream” del leader nero Martin Luther King.

Entrambi immaginavano un mondo diverso, dove la pace e l’uguaglianza potessero prendere il posto della violenza e dell’ingiustizia.

Entrambi sono finiti ammazzati da vili proiettili con modalità e motivazioni che ancora oggi appaiono alquanto oscure.

Lennon cercava di immaginare “un mondo senza proprietà, senza necessità di cupidigia o di fame, la fratellanza tra gli uomini, tutta le gente che condivide il mondo intero. Potresti dire che sono un sognatore, ma non sono il solo e spero che anche tu un giorno ti unirai a noi, cosi' il mondo sara' uno solo”.

Martin Luther King pronunciò un celebre discorso nell'agosto del 1963, al culmine di un'imponente manifestazione interrazziale a Washington che cominciava con le parole "I have a dream" Diceva: “Io ho ancora un sogno. Ho il sogno che un giorno gli uomini si alzeranno in piedi e si renderanno conto che sono stati creati per vivere insieme come fratelli. Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!.”

Nel 1964 gli sarebbe stato assegnato il premio Nobel per la pace. Quattro anni dopo sarebbe stato ucciso con alcuni colpi di fucile mentre era affacciato ad una veranda del Lorraine Hotel, a Memphis.

Nel dicembre del 1980, colpito dai colpi di pistola di un cosiddetto “pazzo” avrebbe finito i suoi giorni anche Lennon.

Se fosse vivo oggi John  avrebbe 64 anni e forse canterebbe quella vecchia canzone del periodo Beatles intitolata proprio “When I’m sixty-four” in cui chiedeva “Will you still need me …. when I'm sixty-four?” ovvero “Avrai ancora bisogno di me quando avrò 64 anni?”.  Sì, penso che avremmo ancora bisogno di un sognatore come lui, oggi ancor più di ieri. E rimane un grande rimpianto per un sogno infranto, per quel che poteva essere e non è stato. E allora cerchiamo di far nostra un’altra frase di Martin Luther King: “Ebbene, così è la vita. E quel che mi rende felice è che attraverso la prospettiva del tempo riesco a sentire le loro grida: forse non sarà per oggi, forse non sarà per domani, ma è bene che sia nel tuo cuore. E’ bene che tu ci provi. Magari non riuscirai a vederlo.  Il sogno può anche non realizzarsi, ma è comunque un bene che tu abbia un desiderio da realizzare. E’ bene che sia nel tuo cuore.”  Da Martin Luther King, Sogni non realizzati, scritto il 3 aprile 1968; il giorno successivo, 4 aprile, sarà assassinato.

 

Il Direttore

 

 

 

"Io ho ancora un sogno. Ho il sogno che un giorno gli uomini si rizzeranno in piedi e si renderanno conto che sono stati creati per vivere insieme come fratelli. Questa mattina ho ancora il sogno che un giorno ogni nero della nostra patria, ogni uomo di colore di tutto il mondo, sarà giudicato sulla base del suo carattere piuttosto che su quella del colore della sua pelle, e ogni uomo rispetterà la dignità e il valore della personalità umana. Ho ancora il sogno che un giorno la giustizia scorrerà come acqua e la rettitudine come una corrente poderosa. Ho ancora il sogno che un giorno la guerra cesserà, che gli uomini muteranno le loro spade in aratri e che le nazioni non insorgeranno più contro le nazioni, e la guerra non sarà neppure oggetto di studio. Ho ancora il sogno ogni valle sarà innalzata e ogni montagna sarà spianata. Con questa fede noi saremo capaci di affrettare il giorno in cui vi sarà la pace sulla terra".