Ode a Zoff

 

 

Qualche tempo fa l’amico Orazio Manente, il “Roccaseccano di Montefiascone”, mi ha fatto pervenire copia di una lettera da lui inviata al grande Dino Zoff il 6 luglio del 1982, unitamente ad una poesia dedicata alla sua squadra del cuore, la Juventus.  Orazio si definisce “juventino doc”, presidente del Club del paese in cui vive, ai cui tifosi dedica questo “omaggio”.

In questo inizio di campionato 2004-2005 egli starà sicuramente gioendo per i risultati della truppa di Capello. La mia fede rossonera mi fa stare su una diversa sponda, “nemico” sportivamente parlando, ma contento che persino tra i bianconeri ci siano tifosi così simpatici …

In questa occasione pubblichiamo la lettera, affettuosa e coinvolgente, scritta a Zoff nell’immediato dopopartita di Italia Brasile 3-2, una partita passata alla storia per la tripletta di Paolo Rossi e per il gol di Falcao, ma che in effetti finì con il successo azzurro soprattutto per una strepitosa parata del quarantenne “gatto” Zoff, su colpo di testa del centravanti Serginho, ai limiti dell’Impossibile.  Vorrei sottolineare che questa testimonianza fu scritta il 6 luglio, prima di quella gloriosa finale vinta contro i bianchi di Germania, che consegnò definitivamente la Coppa Rimet agli Italiani e quindi ben prima che tale evento fosse per sempre identificato nell’opera di Guttuso, ovvero le mani di Zoff che stringevano la Coppa del Mondo! Ode a Zoff, dunque, ma anche ad Orazio che con questa lettera quasi riuscì a prevedere l’esito di quell’indimenticabile finale, affidata ai posteri da quel triplice grido liberatorio di Nando Martellini “Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo“

 

Grandissimo Zoff, bravo! Bravissimo!

Sei stato meraviglioso!|

(Mi permetto di darti del “tu” trattandoti da amico di tanti anni perché mi hai dato di gustare spettacoli indimenticabili, in sempre più stupende prestazioni).

Sono un insegnante pensionato, 62 anni, juventino fin da ragazzo, dai tempi dei Campionati mondiali del ’34 e del ’38. La Juve è tutto per me, tanto da non aver mai dubitato della sua forza e del suo valore.

Vivo nel Lazio – a Montefiascone – e sono di origine ligure. Ma, devo confessarlo, amo assai il Calcio e seguo con interesse gli incontri di Campionato e particolarmente le partite internazionali. Le squadre che destano la mia ammirazione sono in numero limitato, ma il primo posto assoluto è occupato dalla “mia” Juve per la quale mi esalto e qualche volta soffro.

Ho gioito e trepidato davanti al televisore, in tutti gli incontri di questo Mondiale, ma ieri, 5 luglio 1982, nella prova esaltante e piena d’orgoglio contro il gigantesco Brasile, ieri sei stato veramente grande, superlativamente “meraviglioso”. Ti ho seguito in tutti i novanta minuti: capitano intrepido, accigliato, incitare e consigliare i compagni di squadra, incoraggiare, urlare, dettare i comandi come in una grande battaglia, meritando un bel “nove” nella pagella d’onore.

Sì, caro Zoff, ho trepidato con te, ma infine ho anche pianto di gioia. Hai dato alla nostra Italia, in quest’ora di crisi morale e sociale, hai dato, insieme al risorto Pablito ed a tutti gli azzurri, una gioia indicibile, un momento di entusiasmo sincero e traboccante, di trionfale apoteosi per la vittoria italiana e la sconfitta dei “maestri” del calcio.

Abbiamo vendicato il Messico!

Abbiamo riscattato il 24 giugno 1978!

Il Mondiale continua e guardiamo sempre più in alto, ma ci resta il ricordo delle tue grandi imprese, prima tra tutte quella del grande “mondiale” a Barcellona.

Sempre avanti con la Juve!

Un caro saluto ed un abbraccio fraterno

Un tifoso

Orazio Manente

Montefiascone, 6 luglio 1982