Caprile, oasi di pace,

serenità e tranquillità

 

da un libro di Fernando Riccardi

 

 

Interrompiamo per una volta la piccola Storia dei Briganti di Fernando Riccardi, rimandando la terza puntata al prossimo numero, ma approfittiamo dello stesso autore per riproporre l’introduzione ad una delle sue prime opere, “Caprile e la sua storia” dedicata all’incantevole paese più volte definito la “piccola Venezia della Ciociaria”.

L’amico Fernando ci perdonerà se diciamo che qualche passo della suddetta introduzione, di impostazione “classica”, ci riporta a certe descrizioni di paesi come spesso appaiono sui “depliant” illustrati. E ci vengono alla mente le parole del poliedrico Fulvio Cocuzzo che in più di un’occasione ha posto l’attenzione sul modo in cui i paesi vengono descritti sui depliant, con un lieve pizzico d’ironia: "Ormai esiste tutta una cultura del depliant … carta patinata, la foto con l’alone tipo matrimonio, mai che cominzassero in un modo normale tipo Picinisco c’ha 2000 abitanti… no no perché l’inizio è sempre metaforico, suggestivo,deve essere retorico … comenzane: … arroccato su uno sperone roccioso … immerso nella natura ancora intatta della dorsale appeninica – che sarà sta dorsale ‘nsze mai capite - alle propaggini della catena … sull’acrocoro, ma do’ cazz’ stiave sti paesi nze capisce… ma quande maie!"

Ma è ora di tornare alle pagine di Fernando:

Percorrendo la splendida ed assolata strada che, in leggero declino, congiunge Roccasecca a Castrocielo, si incontra, dopo breve cammino, Caprile, un piccolo e ridente paesino che domina, come un’ampia terrazza, la rigogliosa e florida Valle del Liri.

 

Abbarbicato sui dolci pendii del Monte Asprano, incorniciato da un suggestivo ed incantevole scenario di mandorli e di ulivi, Caprile è veramente un’oasi di pace e di tranquillità, in cui il tempo sembra essersi fermato, perdendosi nei ricordi di eventi passati.

La sua tranquillità, la sua calma, lo fanno apparire come un assopito vecchio che, incurante dell’età e degli affanni, si crogiola gioiosamente nel sole, contemplando orgoglioso la smisurata pianura sottostante e le lontane ed imponenti montagne che paiono inchinarsi rispettosamente alla sua intatta vetustà.

Singolare la posizione di Caprile, che è situato in una zona pedemontana, sormontata da due imponenti picchi, facenti parte entrambi della catena del monte S. Angelo in Asprano. Su quello situato verso sud si può facilmente notare una chiesetta, dedicata a S. Maria Assunta, e più in alto, i resti di un maniero, chiamato “Castrum Coeli”, edificato intorno all’anno 1000. Il picco più a nord, invece, meno alto del primo, è dominato dai resti tuttora imponenti del castello di Roccasecca, costruito nel 994 dall’abate Mansone di Montecassino, ed in cui nel 1224 (o 1225) vide la luce il grande e impareggiabile Tommaso d’Aquino.

 

Infine, dalla introduzione "poetica", datata 1978 (e quindi scritta in tenerissima età) scegliamo alcuni versi di Fernando particolarmente semplici e allo stesso tempo toccanti e significativi, che si concludono con un messaggio di pace che ben si adatta a questo periodo di festività natalize.

 

"Tu, assopito vecchio, che tanti ricordi conservi, ora, tranquillo, pacato, osservi tacitamente le lunghe scie di fumo dei tuoi tanti comignoli e la smisurata pianura che giace sottomessa ai tuoi piedi e le lontane, imponenti montagne che paiono inchinarsi rispettosamente alla tua intatta vetustà.

*    *    *

Ma più sublime ancora è sentire i dolci rintocchi delle tue vetuste campane, che librandosi nell’aere terso e pulito, sembrano dare a tutti un messaggio di amore, di pace e di serenità.

 

(Fernando Riccardi, Caprile, 14/1/1978)