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uesto primo numero del 2005 si è fatto attendere, proprio come una bella signora. Ma l’attesa era forse doverosa per il numero 50 della nostra amata rivista! Per gli amanti dei numeri possiamo far notare qualche curiosa coincidenza. Infatti il N. 50 esce esattamente nel decennale dell’Eco (Il N. 1 è datato maggio 1996), in un anno che finisce con lo “05” (contrario di “50”) e, se proprio vogliamo farlo notare, nel mese in cui il Direttore compie 50 anni! Scusate se è poco.

Queste brevi righe di autocelebrazione, estesa a tutti i componenti dello staff dell’Eco, chi da 10 anni, chi da 10 minuti pronto a contribuire all’uscita della rivista, lasciano doverosamente posto a qualche considerazione sull’evento che ha contraddistinto lo scorso mese di aprile. E’ stato il mese della morte di Papa Giovanni Paolo II e dell’avvento di Papa Benedetto XVI, eventi entrambi vissuti, per la prima volta, minuto per minuto in estenuanti dirette televisive. Sono confluite a Roma migliaia di persone, mosse da sincero amore per una persona amata come Papa e come Uomo, per rendere omaggio a chi per 27 anni aveva coerentemente diffuso sempre lo stesso messaggio di Pace. Non tutte le scelte del Papa sono state condivise ed accettate, soprattutto nel campo della coppia (in particolare la persistente avversione agli anticoncezionali) e di una “mancata” apertura al mondo femminile (in primis il sacerdozio alle donne), persino dagli stessi cattolici. Ammetto che personalmente continuo a non comprendere del tutto questo atteggiamento  ostinato e conservatore, ma lo rispetto. Eppure, cattolici e non cattolici, persino non credenti, hanno voluto porgere l’ultimo saluto a questa persona così retta e socievole, dichiarando senza remore una stima assoluta nei confronti dell’Uomo prima ancora che del religioso. Impossibile rievocare i tanti momenti toccanti ed emozionanti che hanno scosso milioni di persone dalla notizia della morte al giorno dei funerali. Sono negli occhi di tutti. Per una volta la vituperata televisione ha offerto un servizio realmente significativo.

Al posto di Wojtyla ora siede in San Pietro Papa Benedetto XVI, che fin dal nome prescelto lascia sperare in una continuità nella ricerca della Pace e dell’Amore in Semplicità, a dispetto di una presentazione forse un po’ forzata che taluni han fatto di questo Papa “tedesco”. Ben venga una figura così colta, preparata e rigorosa, in un mondo deteriorato da egoismo, consumismo e materialismo, dove c’è necessità di trovare punti di riferimento di alta spiritualità. Figure di tal livello, non solo nel mondo cattolico, ma in ogni altra religione, possono far avvicinare alla riscoperta dei suoi lati più spirituali l’uomo perduto dietro a false ed effimere mitologie. Una considerazione finale su Papa Wojtyla. Di solito quando una persona cara muore si soffre e ci si sente più soli; nel caso di Giovanni Paolo II abbiamo osservato tante persone compattarsi, stare insieme.

Il suo estremo messaggio: un distacco che unisce.

Il Direttore