Auto dimenticate

La Fiat 600 multipla

 

 

Sembrava una corriera in miniatura, era veramente buffa, eppure, se andiamo a vedere, possiamo considerarla la antesignana delle “familiari” o, come si dice ora delle “station wagon”. Stiamo parlando della Fiat 600 multipla, nata nel 1956 grazie ad un'idea dell'ingegner Dante Giocosa, capo progettista della Fiat, che concepì la vettura anticipando il concetto oggi molto in voga delle cosiddette "monovolume". Lo stesso termine “multipla” contiene il concetto di “moltiplicare il volume, lo spazio a disposizione”. La 500 C Giardiniera Belvedere stava andando in pensione e la Fiat aveva l’esigenza di sostituirla con una macchina adattabile sia alle necessità della famiglia che dei lavoratori. L’ing. Giocosa pensò ad una automobile che potesse essere modificata a seconda delle esigenze, spostando o ribaltando i sedili per lasciare spazio per il trasporto di grossi bagagli o di ingombranti strumenti di lavoro. Un concetto che oggi può sembrare ovvio ma che all’epoca apparve come minimo sorprendente. Il posto di guida fu avanzato in maniera rivoluzionaria (e forse un po’ pericolosa, se pensiamo ad un “impatto” o ad un tamponamento), al centro vennero create due grandi portiere, mentre i posti a sedere passavano da 6 a 4 a 3 o a 2 a seconda  delle diverse esigenze, per cui i sedili potevano essere abbassati, ribaltati e quelli posteriori addirittura celati sotto il pavimento.  I manifesti pubblicitari dicevano “La 600 per 6 – La 600 duplice uso”.

Una macchina del genere era veramente unica, ma, nonostante le eleganti versioni bicolori, non fu particolarmente apprezzata dal grosso pubblico.

 

Indubbiamente ottenne un buon successo tra altre categorie professionali, in particolare tra i tassisti (memorabili i taxi verde-nero nelle strade di Roma negli anni 50 e 60), gli artigiani e i religiosi, al punto che ancora oggi “viaggiando” su internet si trovano molte fotografie di 600 multiple con accanto delle suore.

La stampa specializzata non diede una mano alla comprensione ed alla diffusione di questa innovativa automobile e bollò la sua forma con una definizione senza appello: “brutta”! Fu indetto un referendum tra i lettori per conoscere il loro giudizio ed addirittura chiedendo suggerimenti per un eventuale cambiamento della linea della vettura!

 

 

 

 

Un po’ di caratteristiche tecniche. Il motore era un 4 cilindri di 633 cc (portati a 767 cc nella versione del 1960), la velocità massima era di 100 km/h, poi portati a 105 km/h, il consumo di benzina 6,8 litri / 100 km. Dal 1956 al 1967 la Fiat 600 Multipla fu prodotta in circa 243.000 esemplari.

I modelli bicolore furono diversi: celeste (parte inferiore)/bianco, giallo/bianco/, verde/bianco, giallo/nera, marrone/bianco, grigio/bianco, nero/bianco, rosso/bianco, blue/celeste, bianco/lilla, grigio/verde, verde/nero (taxi) e probabilmente anche altre emozionanti combinazioni che non ricordiamo. I cerchioni bianchi davano il classico tocco anni ’50. Concludiamo ricordando che ne esisteva anche una versione “scoperta” che si chiamava Ghia 600 Multipla Jolly (1958). Non solo l’amarcord di una buffa automobile del passato, quindi, ma qualcosa di più.

 

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