Archivio storico de

L’Eco di Roccasecca

 

La sezione dedicata alle vecchie pagine dell’Eco di Roccasecca è una delle più seguite, soprattutto da parte di chi all’epoca dell’uscita delle stesse non ebbe modo di avere tra le mani una copia del nostro giornale. In questo Febbraio 2008 vogliamo rendere omaggio ad uno dei nostri lettori/collaboratori più affezionati e solerti, il professor Orazio Manente, classe 1920.

La sua proficua ed apprezzata collaborazione con l’Eco ebbe inizio esattamente cinque anni fa, con un ricordo del Maestro Severino Gazzelloni. Ricordo ancora il momento in cui ricevetti il plico giallo contenente la richiesta di veder pubblicato sul nostro giornale l’allegato contributo. Da quel momento Orazio è entrato nel nostro gruppo contribuendo con ricchi interventi dei più disparati  argomenti, dalla Mitologia alla Lingua Latina, dagli Aforismi ai Palindromi, dalla Poesia alla Aneddotica. Un vulcano che non si appisola mai. E tutti noi non possiamo che dirgli Grazie!

Dall’edizione n. 41, Anno 8, de L’Eco di Roccasecca, Gennaio-Febbraio 2003. Buona ri-lettura a tutti!

 

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo uno scritto dedicato al decennale della scomparsa di Severino Gazzelloni. Autore è Orazio Manente, coetaneo ed amico del “maestro”, il quale vive a Montefiascone da molti anni, ma non per questo ha dimenticato le sue origini roccaseccane. La commemorazione si è tenuta il 23 novembre scorso nell’ambito della MANIFESTAZIONE PER IL DECENNIO DELLA DIPARTITA DEL FLAUTISTA SEVERINO GAZZELLONI ed il suddetto intervento è stato letto dal fratello del flautista, Valerio.

Certi di fare cosa gradita a chi non ebbe modo di partecipare alla manifestazione, ed in generale a tutti coloro che amano la buona musica (e tra i lettori dell’Eco di Roccasecca i musicofili sono moltissimi!) trascriviamo integralmente il testo.

 

IN MEMORIA DI

SEVERINO GAZZELLONI

 

Dieci anni orsono, nel novembre 1992, Severino Gazzelloni veniva a mancare in Cassino, lasciando un vuoto incolmabile ed un ricordo imperituro nella sua città, nell’Italia, nel mondo.

Egli era nato qui a Roccasecca nel gennaio 1919. Trascorse la fanciullezza legato alla sua famiglia, vicino al padre Peppino che amava e stimava e dal quale aveva appreso molte cose.

Fu proprio il padre a scoprire le tendenze del piccolo Severino per la musica e ad avviarlo pertanto alla scuola del maestro Creati.

Amò il suo paese e ne parlò sempre con entusiasmo, felice di appartenere alla gente di Ciociaria. Bruciò le tappe nello studio della musica e nel suono del flauto, tanto da essere accolto prestissimo al conservatorio di Santa Cecilia.

 

I suoi esami furono un vero trionfo e il maestro Tassinari, che lo ebbe fra i migliori alunni, presagì la spettacolare ascesa del suo allievo a eccelsi traguardi. Il nome di Severino Gazzelloni si divulgò assai rapidamente.

Egli è ormai noto in ogni angolo del mondo. Animo nobile, studioso attento e puntiglioso, vero talento della musica d’avanguardia, Severino si distinse fra i migliori cultori della musica del novecento.

 

 

Per conoscere la sua vita, gli studi, i sacrifici e la grande volontà del maestro, con i conseguenti successi, basterebbe scorrere il volume “Il flauto d’oro” (Ediz. ERI, RAI), nel racconto della scrittrice Emilia Granzotto che ne ha curato la stesura e la pubblicazione.

Soffiando dentro questa canna, ho portato la musica a tutti, in tutto il mondo”- così si esprimeva il flautista.

La sua valentia, il suo grande talento, la sua vena artistica, sono stati riconosciuti ed esaltati da musicisti, poeti, scrittori e narratori italiani, tedeschi, russi, americani ed altri.

 

 

 

Grandi compositori hanno voluto scrivere musica per Severino, con grande gioia del maestro, dando spazio al suo flauto d’oro e riconoscendo il valore dell’artista.

Eugenio Montale, il poeta genovese, scrittore e grande giornalista, premio Nobel per la Letteratura, autore di “Ossi di seppia” ci ha lasciato in “Prime alla Scala”, raccolta di giudizi e critiche, delle testimonianze, miste a grandi elogi, su Severino Gazzelloni. In “Sonatine per flauto solo”, di Pierre Boulez, scritta per il nostro maestro, Montale così si esprime:

Il pubblico ha applaudito con entusiasmo il fenomenale Gazzelloni ed il valente pianista Frederik Rzewski”ed ancora: “Severino Gazzelloni non è soltanto un mago del flauto, ma anche un mimo ed un imbonitore eccezionale.

Entrato di corsa portandosi sotto braccio ben tre flauti, egli ha cominciato a saltabeccare dall’uno all’altro dei quattro leggii predisposti per lui, emettendo non proprio suoni, ma soffi, rantoli ed acutissime strida. Il pianista che lo accompagnava in alcuni numeri del programma toccava raramente i tasti, preferiva grattare le corde del suo strumento.

 

Anche il Gazzelloni, del resto, si affacciava spesso all’interno del pianoforte per farci sentire gli ‘armonici’ dei suoi ‘soffi’

Il poeta Montale ha voluto esprimere giudizi assai lusinghieri e tanta lode per il grande flautista.

Un altro famoso poeta, Giuseppe Ungaretti, nella grande gioia per aver gustato il suono e la musica di Gazzelloni, gli dedicò una meravigliosa poesia che, mi auguro, sia uno tra i migliori ricordi di Severino.

Non va trascurato o addirittura dimenticato il ruolo di Severino, quale professore dell’Accademia Chigiana di Siena, frequentata da numerosi allievi che hanno attinto dal maestro nozioni basilari e preziosi consigli per il miglioramento  del suono del flauto.

Ma Severino ha tenuto con grande prestigio la cattedra anche a Colonia e a Vienna riscuotendo successi straordinari. Il suo è stato un messaggio senza confini e la musica non ha confini.

Nella sua vita e nel suo carattere hanno prevalso la costanza, la tenacia, il sacrificio e la dedizione completa  per far sempre meglio ed essere ogni ora sulla cresta dell’onda. Si può ben dire che abbia giustamente meritato elogi, stima, onore e tanti applausi.

Ci resta la sua musica, il suo sorriso con la grande soddisfazione per gli allori conquistati in tutti i suoi concerti. Riascolteremo tutta la sua musica, i dischi, le cassette, i CD e sentiremo sempre con gusto il flauto d’oro. Rivivremo con lui, seguiteremo a godere e ad amarlo per quanto ci ha donato e per il grande contributo che ha portato alla musica con il suo flauto.

 

 

Grazie, caro Severino, non potremo giammai dimenticarti.

 

UN GRAZIE

 

Grazie di cuore, cari concittadini, per l’affetto dimostrato per il maestro in tutte le occasioni. Grazie per aver promossa l’iniziativa encomiabile del Festival di musica classica che si tiene  nel settembre di ogni anno tra lo splendido scenario delle chiese locali.

Grazie ancora per aver dato alla nuova banda il nome di SEVERINO GAZZELLONI.

 

Orazio Manente

(scritto in Montefiascone il 14.11.2002)