I 40 anni dei Jethro Tull

in concerto in Italia

 

 

 

 

Un altro appuntamento con i Jethro Tull!

Ancora una volta Riccardo, Ferdinando e Roberto si preparano per tempo … acquistando i biglietti appena disponibili e preparando con cura l’evento. In questa occasione, a differenza del concerto romano del 2006, siamo costretti a dividerci: Riccardo e Ferdinando seguiranno in coppia lo show di Roma, Roberto e Rita si porteranno in ben due località per presenziare alle due date successive. Accanto i reportage – in gruppo, in coppia, o individuali - già pubblicati dai sottoscritti su queste pagine dal 2001 al 2006, vanno dunque ad aggiungersi queste mirabili recensioni.

Si parte con quella  dedicata al concerto di Roma del 30 Giugno 2008.

E si tratta di un evento “speciale”, ovvero la prima data italiana del 40th Anniversary Tour, il Tour del “quarantennale”. .

Una bellissima serata che proviamo a sintetizzare.

Partenza da Via Fortebraccio, randevouz con Ferdi a Via Amendola e via verso lo stadio della Pallacorda.

 

Parcheggio sul Lungotevere, panini imbottiti (al prosciutto e al provolone) – come sempre preparati con cura da Miria – trangugiati sulle gradinate di un parco pubblico, disquisendo sulla datazione dei palazzi circostanti, taluni d’epoca fascista, altri anni ’50. Finiti i commenti sull’architettura dei caseggiati situati tra Via Fracassini e Via del Vignola ci si incammina verso la meta finale.

Propedeutico al concerto è come sempre l’acquisto di magliette, questa volta ancor più necessarie perché contenenti la dicitura 40th Anniversary Tour assolutamente imperdibile. Segue l’acquisto del programma (+ calendario) ufficiale, e il posizionamento sulle gradinate, parte destra del palco, lato Martin Barre.

A sorpresa, nessun gruppo di spalla, ma solo musiche abbastanza soft provenienti dagli altoparlanti.

Inizio del concerto poco prima delle ore 22:00.

La scaletta, a dir poco inusuale, prevede 16 brani di cui 4 dal lontanissimo This Was (1968) ed altri 4 da Stand Up (sparati, curiosamente, uno dietro l’altro!). Due brani ciascuno da Living In The Past ed Aqualung … e poi le single canzoni Thick as a Brick, Heavy Horses e Too Old To Rock 'n' Roll Too Young To Die, tratte dagli album omonimi. Questi 15 brani sono tutti del periodo 1968/1978. Unico superstite dei 3 decenni successivi è Farm On The Freeway da Crest Of A Knave del 1987. I cinque appaiono in gran forma, con due sostituzioni rispetto alla formazione che avevamo visto nei precedenti show dal 2001 al 2006. Entrano in gioco il tastierista John O’ Hara e il bassista (bravissimo) David Goodier; entrambi alzano di nuovo la media età, con i loro capelli bianchi/brizzolati!

 

 

 

 

Due brevi considerazioni, condivise da entrambi.

La prima è che da un Tour per il 40° anniversario ci si poteva aspettare una scaletta “antologica” che comprendesse un po’ di tutto, all’interno di questi 4 decenni, mentre quasi tutto il concerto si focalizza sui primissimi album, con addirittura 4 brani da THIS WAS dove Martin Lancelot Barre ancora non c’era!!! Nel primo album infatti, come è noto, alla chitarra c’era il bluesman Mike Abrahams.

La seconda osservazione è che, rispetto al bel concerto al Tendastrisce del 2006 che prevedeva parecchi intermezzi acustici, in questa occasione, a parte la delicata Nursie, lo show è stato completamente elettrico.

De gruppo è presto detto. Impeccabile Martine Lancelot Barre, puntuale John O’ Hara alle tastiere, ma niente più, ottimo il bassista David Goodier, eccellente Doane Perry alla batteria, scatenato in Dharma For One in un assolo in pieno stile anni ’60. Alti e bassi, per dovere di onestà, hanno caratterizzato la voce di Ian Anderson, per altro perfetto al flauto e chitarre, un po’ meno ciarliero del solito nella presentazioni dei brani.

 

Per quanto riguarda gli effetti speciali, fortunatamente non ce ne sono stati. Neanche i palloni giganti che di solito venivano lanciati alla fine del concerto dal palco.

Soltanto un grande schermo sul palco che ha irradiato in continuazione immagini d’epoca, gigantografie di foto, prime pagine di giornali e riviste musicali, copertine dei loro album e dei loro singoli: una pacchia per gli occhi dei collezionisti!

Ecco la scaletta completa del concerto con i relativi riferimenti:

 

My Sunday Feeling - This Was (1968)

Living In The Past - Living In The Past (‘72)

Serenade To A Cuckoo - This Was (1968)

Nursie - Living In The Past (1972)

A Song For Jeffrey - This Was (1968)

Farm On The Freeway - Crest Of A Knave (1987)

A New Day Yesterday - Stand Up (1969)

Bouree - Stand Up (1969)

Nothing Is Easy - Stand Up (1969)

For A Thousand Mothers - Stand Up (1969)

Too Old To Rock 'n' Roll Too Young To Die -Too Old To Rock 'n' Roll … (1976)

Dharma For One - This Was (1968)

Heavy Horses - Heavy Horses (1978)

Thick As A Brick pt 1 - Thick As A Brick (‘72)

Aqualung – Aqualung (1971)

Locomotive Breath – Aqualung (1971)

 

 

Le foto stavolta, data la distanza (non eravamo “ad un metro dal mito”) non sono un granché, questo il motivo per cui ne vedete solo una.

 

Ric & Ferdi

 

La brochure del “40° Anniversario”

 

Lasciamo spazio dunque ai reportage di Roberto che, da quel professionista che è, ha inserito fotografie da Pistoia di altissimo livello.

Il giorno successivo al concerto di Roma i Jethro Tull risalivano la Penisola e si portavano in quel di Sogliano sul Rubicone, dove ad attenderli c’erano Roberto e Rita. Ecco il racconto di Rob, al quale fa seguito il resoconto dello show di Pistoia del 5 luglio.

Sogliano sul Rubicone, 1 Luglio 2008.

Partiamo dalla location. Paesino niente male. Consiglio la visita di tale posto solo se:

a) hai un fisico da astronauta

b) se ti accontenti di vederlo a distanza, sorvolandolo con l'elicottero. Dovendo parcheggiare l'auto nella parte bassa del paese, per raggiungere la piazza, abbiamo dovuto affrontare un percorso di poche centinaia di metri in fortissimissima pendenza.

 

Talmente ripido che abbiamo fatto fatica persino a scendere.

Alle ore 20 si entra. Siamo tra i primi.

La piazza che accoglie l'evento è della stessa dimensione, a occhio, di mezzo campo da calcio. Posti rigorosamente in piedi.

Dalla nostra, a livello meteorologico, una serata piacevolmente fresca.

Il nostro gruppo è formato dal sottoscritto, Rita e da un mio amico di nome Tino. Costui, batterista per hobby, dall'alto dei suoi quasi 2 metri di altezza, si piazza in posizione centrale a pochi metri dalla transenna. Più che posiziona sarebbe giusto dire si "pianta" in quel punto e vi resta, quasi inerte, per circa tre ore.

Io e Rita, appena entrati, addentiamo con avidità i nostri panini, poi prendiamo strade diverse. Io mi appoggio alla transenna, leggermente defilato dal palco, sul lato destro dello stesso. Posto che mi assicura una buona  visuale ma non una perfetta acustica. Mi accontento, poteva andarmi peggio! Rita decide invece di sistemarsi su di una panchina, sotto una specie di porticato, sempre alla destra del palco.

Per la cronaca. A metà concerto vedo Rita appoggiata alla transenna che da sul lato destro del palco, da dove praticamente non vedi nulla (struttura, amplificazioni, mixer audio ecc. ecc. t'impediscono di vedere ciò che accade sul palco) tranne aitanti e baldi giovinotti della "piadeina security", ai quali, mi  è parso vederla fare l'occhiolino.

Concerto.

Niente da dire su quanto da te già espresso. La voce è quello che è. A tratti più che accettabile (Aqualung), a tratti, nel senso rispettoso e buono del termine, "faticosa" (Too old to rock...).

 

A livello strumentale darei un ottimo a tutti i componenti, in grandissimo spolvero, con una lode in particolare al, per me mitico, Doane Perry.

Tutto sommato ho gradito la scaletta (identica a quella di Roma). Pelle d'oca per DHARMA FOR ONE!

Un'unica considerazione. Ho visto uno Ian più tranquillo, rilassato e sicuramente meno schizzato rispetto lo scorso anno.

Per il concerto di Pistoia. I biglietti da me acquistati dovrebbero darci la possibilità di girare nel backstage. Vi saprò dire.

 

 

Pistoia, 5 Luglio 2008.

A proposito del concerto di Pistoia ho da raccontarti cose belle e una cosa a dir poco disgustosa.

Partiamo da quest'ultima.

Appena entrati in piazza del duomo, ove si svolge il concerto, si avvicina una hostess e ci consegna questo pass da appendere al collo.

 

 

Ci avverte che lo spettacolo si divide in due parti e che nell'intervallo, di circa una ventina di minuti, avremo la possibilità di addentrarci nel backstage.

Per farti capire come mi sono sentito in quel momento bastano solo due parole:"Fibrillazione Compulsiva".

Ho cominciato a fare i miei bei voletti pindarici. Mi vedevo duettare alla batteria con Doane, farmi immortalare in mezzo ai mitici, autografi a destra e a manca, il buon Ian che mi stringeva la mano ecc. ecc.

Invece no, niente di tutto questo! I "mitici", stando ad Aldo, presidente de iTullians, manco sapevano di questo fuori programma.

Morale della favola, ci hanno fatto accomodare in una sala di un edificio situato dietro il palco, e la stessa confinante con un' area cortilizia dove i "mitici" si stavano rifocillando.

Per la modica cifra che va tra i 40 e i 50 euro in più a biglietto (non ricordo di preciso) rispetto ai posti del primo settore numerato (posti che partivano dalla quarta fila, noi eravamo in terza), ci è stato "offerto" un bicchiere (rigorosamente di plastica) di spumante, qualche snack a base di patatine e salatini, qualche cioccolatino.

E ora il concerto.

Iniziamo con un'immagine "inedita".

 

 

 

Credo di essere stato l'unico a fotografare Martin Lancelot Barre così conciato, perché probabilmente gli altri non l'avevano riconosciuto.

Rispetto alla scaletta "de Roma" e di Sogliano un'unica variazione: al posto di "Farm On The Freeway", hanno eseguito "Rocks on the road" dall’album “Catfish Rising” del 1991, interpretata da questa ragazza (vedi foto sottostante) il cui nome, pronunciato da Anderson, è risultato incomprensibile.

 

 

La presenza di una canzone datata 1991 rende leggermente più “antologico” uno show che come scrivevano gli altri due ragazzi di Roma è basato fondamentalmente sui brani della prima parte della lunghissima carriera dei Jethro Tull.

E' parere di Rita e mio che il concerto di Pistoia è stato, senza ombra di dubbio, il migliore fra quelli visti in precedenza.

Come credo di aver già scritto sul concerto di Sogliano, abbiamo notato un Anderson molto coinvolgente, allegro e disponibile.

La conferma l'abbiamo avuta dopo il bis, quando lui di solito esce subito, invece è rimasto a lungo salutando e scherzando con il pubblico!!!

 

 

 

 

Questa bella foto è una di quelle che abbiamo potuto scattare proprio sotto il palco.

 

Da Sogliano sul Rubicone e da Pistoia per l’Eco di Roccasecca, Roberto (con l’ispirazione di Rita)

 

 

Termina qui questo reportage non propriamente tecnico, ma sicuramente dettato dalla passione e dal rispetto che proviamo per questa band unica nel panorama del rock mondiale. Abbiamo scritto più volte che i Jethro Tull riescono ad accontentare appassionati di vari generi musicali perché il loro repertorio contiene molto più di quanto una generica e limitata etichetta “progressive” può esprimere. L’uso del flauto è stata autentica innovazione, un marchio di fabbrica indelebile; elementi rock, folk, blues, jazz e classici si fondono mirabilmente sia nei dischi che sul palco. Una spiccata presenza scenica da parte del leader fanno di ogni loro concerto una piccola gemma. Per questi motivi, ed anche in considerazione dell’età, qualche piccolo errore si può facilmente perdonare. Il pifferaio è ancora vivo!

 

Ric, Ferdi & Rob