Archivio storico de L’Eco di Roccasecca Dal n. 47 dell’agosto 2004 Continua la pubblicazione degli articoli del compianto Orazio Manente, illustre collaboratore dell’Eco per circa 10 anni. Questa volta l’argomento, trattato in modo insolito, è relativo alle “note musicali”. Le origini delle note musicali Orazio Manente, insegnante in pensione residente da anni in Montefiascone, non solo continua a seguirci con grande simpatia, come testimoniano le sue simpatiche missi-ve, ma ci invia anche contributi di vario ge-nere che volentieri pubblichiamo. Orazio scrive che "l’Eco mi piace per la varietà de-gli argomenti, trattati in modo spassoso che portano un soffio di vita che mi rinfranca e mi affascina allo stesso tempo". Se realmente riusciamo ad ottenere tale ri-sultato ci sentiamo in dovere di continuare su questa strada per molti anni ancora! Allegati all’ultimo plico di Orazio abbiamo trovato due odi di stampo calcistico che pubblicheremo successivamente, quando i clamori per l’inopinata sconfitta agli "Europei" saranno più fievoli, ed una simpatica breve storia delle origini delle note musicali che piacerà a tutti gli appassionati musicologi ed anche ai profani. Guido d’Arezzo, detto Guittone (992-1050), teorico della musica, italiano, è tradizional-mente considerato l’inventore del sistema moderno del rigo, con note poste sulle li-nee e negli spazi. A lui si deve anche l’invenzione di un sistema mnemonico per aiutare l’esatta intonazione dei gradi della scala. Monaco camaldolese, aretino, utilizzò le prime sillabe delle parole latine di ciascun rigo dell’inno di San Giovanni Battista per ottenere le Note Musicali. Inno UT queant lascis UT mutato in DO REsonare fibris RE MIra gestorum MI FAmuli tuorum FA SOLve polputi SOL LAbiis reatum LA Sancte Ioannes SI (S+I) La traduzione è: Affinché i tuoi devoti possano cantare, a voci spiegate, le meraviglie delle tue gesta, purifica le labbra impure, o San Giovanni. Per memorizzare l’altezza delle note, Guido D’Arezzo fece uso della mano:   Arrigo Boito (1842-1918), che amava molto i giochi di parole, utilizzò anch’egli le sillabe del suddetto inno e poetò: UTil di Guido UT REgola superba RE MIsuratrice MI FAcile FA SOLenne per tu SOL LAude a te stessa intoni LA SIllaba eterna SI Ed una ignota poetessa: La donna dice: io DO Al mio futuro RE L’amor che in petto MI Brucia e languidar mi FA Ah, venga presto il SOL Il dì d’andare LA’ Dove si dice SI’ Orazio Manente