Su 76 numeri de "L'Eco di Roccasecca" finora  sono state 6 le prime pagine dedicate a cantanti o  gruppi musicali, e precisamente a Woody Guthrie,  John Lennon, Fabrizio De André, i Rolling  Stones, i Jethro Tull e Carmen Villani. Ora a  questi si aggiunge Franco Ceccarelli, colui che  dopo quasi 50 anni porta ancora in giro il glorioso  nome dell'Equipe 84 in piazze e piazzette di tutta  Italia. Nello scorso mese di agosto, a  Roccasecca, Franco ha dato vita ad un concerto,  di cui troverete ampie notizie, foto e resoconti  all'interno, un vero e proprio mix di ottima musica  e gustosi aneddoti che ha soddisfatto sia gli  spettatori più competenti che quelli che si  trovavano lì solo per sentire un po' di canzoni.  Penso che il titolo scelto per questo articolo,  preso in prestito da una delle tante canzoni del  repertorio dell'Equipe dia l'idea del personaggio di  cui parliamo che in effetti mostra ancora tanto  cuore ed un'anima beat e rock mai annacquata.  In partenza, oltre 40 anni fa, Ceccarelli era solo "il  chitarrista" degli Equipe 84 e al massimo si  dedicava al controcanto in falsetto in certi brani,  ora a tanti anni di distanza ("spesi bene" come  ama specificare) si accolla la parte di prima voce  e se la cava anche bene. Ma è lo spirito e il gusto  di stare sul palco che colpisce più di ogni altra cosa. Quando tra una canzone e l'altra  inserisce storie e memorie d'epoca lo fa con quel sorriso sornione, con quella calata  emiliana che fa tanta simpatia, creando un'atmosfera "anni 60" che mai però scivola  nell'autocelebrazione o peggio nella stucchevole nostalgia di quegli anni troppo spesso  citati a sproposito a destra e a manca. Dalle vere o presunte rivalità con altri gruppi alle  rivelazioni su canzoni censurate, passando per accurate e precise dissertazioni sulla  musica da cui all'epoca gli Equipe e molti altri "complessi" traevano ispirazione, le  memorie di Franco procedono in modo fluido insieme alla musica, e non è facile stabilire  chi faccia da "corredo" all'altro. Ecco, il fatto che il nostro modenese sia divenuto  "caprilotto" d'adozione, avendo stabilito da tempo la sua residenza a Caprile, frazione di  Roccasecca, è solo la ciliegina sulla torta e non certo il motivo principale per cui abbiamo  deciso di dedicargli la prima pagina. La sua amabilità alla fine del concerto è stata molto  apprezzata, al punto che di fronte ad un personaggio così vero e così disponibile, lontano  anni luce dai cosiddetti "divi" non abbiamo neanche tentato di esagerare ed infatti dopo  pochi minuti di piacevole chiacchierata lo abbiamo volentieri lasciato andare a dissetarsi  con i suoi bravi compagni di viaggio. Eppure la tentazione di fargli tante altre domande è  stata davvero grande. Sarà per la prossima volta, magari davanti ad un bel bicchiere di  prosecco!   Il Direttore   Nel cuore e nell'anima Anno 15 n. 77                                       Ottobre 2010