L’Eco di Roccasecca
Sito Promozionale di Cultura del Basso Lazio dell' Associazione onlus PRETA Via Sotto le mura snc - 03041 Alvito (FR) p.i. 02194120602 CIOCIARI.COM   © pretaonlus 2000-2010 - ciociari @ pretaonlus.it
Anno 16 n. 81                                                   Agosto 2011 Anno 16 n. 81                                                   Agosto 2011
LA MARZELLINA Quando ero ragazzo risiedevo in Francia e precisamente a  Villeurbanne. Il quartiere periferico dove abitavo era  nominato < Les Poulettes> che in italiano significa le  pollastre   Ogni anno in estate ritornava dall’Italia un mio parente,  ricordo il suo nome, zi’ Livio. Quando arrivava era per noi  quasi una festa perché quando apriva la valigia, legata da  una cinghia di cuoio, appariva ai nostri occhi uno spettacolo  che sapeva di miracolo.  Uva, salsicce, cotechini, ma quello più caratteristico era un  pacco incartato con dentro LE MARZELLINE.   Zi Livio dopo circa venti anni trascorsi in Francia non riusciva  a spiccicare una parola in francese.  VAGLIU’ ECCHE LA RISOLA E LE MARZELLINE.   La risola era l’uva che in francese si chiama raisin.  Ricordo il fetore di questo pacco ed io ed i miei cugini non  eravamo certo entusiasti di questi bastoncini, ma lui, la  moglie e i figli Italiani ci si tuffavano:  MAMMA MIA LE MARZELLINE!  Questo formaggio di capra, veramente eccellente, è  originario di Esperia .  Un mio collega di lavoro di Esperia mi parlava spesso di   come venivano fatte le marzelline ed io curioso mi sono  recato con lui in quel paese per rendermi conto di ciò che  spesso mi raccontava. Voglio per questo portare a  conoscenza per chi non lo sapesse, come viene e veniva  realizzata la marzellina.  Dopo la mungitura delle capre, in quel posto ce ne sono  tante, si procedeva a solidificare il latte. Dopo l’estrazione  della cagliata, e dopo aver salato il tutto, venivano fatti  questi bastoncini lunghi circa dieci centimetri.  Si sceglieva un ambiente fresco e leggermente umido e si  ponevano sul pavimento le marzelline fino alla maturazione.  Quel piccantino che si sente quando le mangi è naturale,  tutto il segreto è nel farle maturare per terra.  Ai vecchi tempi, al mercato di Roccasecca, ciò che più  interessava, e specialmente a quelli che ritornavano dalla  Francia, erano LE MARZELLINE.  I ciociari della bassa possono vantare la tradizione di questo  caratteristico formaggio.  Oggi si possono ancora gustare, ma non hanno più il sapore  di una volta, si vede che il latte non è di assoluta capra,  oppure sarà che allora l’appetito era diverso!  Sperando di aver ancora una volta consegnato ai lettori  dell’Eco di Roccasecca una storia dei tempi andati, vi saluto  e… alla prossima!  Rocco Tanzilli 
Rocco Tanzilli (sulla destra) con il webmaster dell’Eco Gianfranco Molle