L’Eco di Roccasecca
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Anno 16 n. 82                                               Dicembre 2011
Una serata tra arte pittorica ed arte culinaria Tra i ricordi più simpatici della scorsa estate c’è la serata passata con l’amico pittore Carlo  Ielo e sua moglie Simona. Sul lungomare di Ostia Carlo ha tenuto una “personale” di una  settimana, dal 22 al 28 agosto, intitolata “Carlo Ielo Favole Naif”, che ha raccolto un  discreto interesse tra i “passeggianti” delle lunghe serate estive.   Siamo amici e quindi in questa sede non mi metto ad esternare tutti i complimenti sulle  opere di Carlo, già espressi in varie occasioni, ma preferisco soffermarmi su alcuni aspetti  simpatici che si presentano in simili occasioni.   La mostra si teneva all’interno di uno spazio culturale dedicato ai libri, ma era pur sempre  un ambiente all’aperto, sul lungomare del litorale romano più frequentato dell’estate, quindi  accessibile a tutti, non solo ad appassionati di pittura, come accade in occasione delle  mostre tenute in gallerie specializzate.   E così, mentre Carlo, come suo dovere, intratteneva le persone realmente interessate ai  quadri, che gli ponevano domande sull’una e sull’altra opera, io mi gustavo i commenti  sparsi, fatti da giovinotti e giovinotte di tutti i generi.   Ne offro una carrellata facendo leva solo sulla mia memoria (non ho preso appunti)  immaginando di fare cosa gradita ai nostri lettori.  Ecco una selezione delle frasi storiche offerte da questi “frequentatori occasionali” di quadri:   “Amò, guarda questo quant’è fico! O vedi?  ‘n pratica ha disegnato un quadro dentro ar  quadro, come se fossero ddu’ quadri uno dentro ‘n antro!”   “E’ vero, o’, nun c’avevo fatto mica caso,  c’hai l’occhio artistico Sonia!”…   “Ahó, anvedi che robba! Invece dell’alberi  questo ha pitturato le foglie che crescono  come fossero alberi, ma che significa?”   “Ma come che significa, è più facile, no?  Invece de perde tempo a fa tutto l’albero  ha messo quattro foglie in fila e ha fatto  er quadro!” …   “Qua ce stanno gli alberi e le foglie che  giocano  a scacchi!” …   Ma non mancano, oltre a commenti come  quelli sopra indicati di natura “giovanile”,  quelli di qualche coppia adulta  particolarmente ispirata:   “cosa guardi, cara?”   “Mi piace quel destriero nero sulle nuvole,  con quello sfondo infuocato”   “E’ una visione del mondo su due dimensioni, quella terrena, con le nuvolette garbate dalle  sfumature tenui e quella della fantasia e dell’immaginazione con i colori accesi, che sta  naturalmente in alto, a significare la sua superiorità”   “Almeno nell’animo dell’autore”…   Mi fermo qui, ben sapendo che l’amico Carlo, al quale quella sera non ho raccontato questi  commenti per fargli in seguito una sorpresa sull’Eco, si divertirà come un matto.   Quella stessa sera siamo andati ad un ristorante di stampo partenopeo, di cui non faccio il  nome per evitare inopportune pubblicità. Un bel posto, aperto da poco, che offre una bella  varietà di primi piatti, pizze al di sopra della media (consistenti, non le solite sfogliette  trasparenti che vanno tanto di moda a Roma) e dolci eccellenti, tra cui un babà immerso in  una crema calda che merita la fotografia!  O’ babà A tavola non sono mancati i soliti aneddoti di cui io e Carlo prendiamo nota nei mesi in cui  non ci vediamo e poi ci raccontiamo in serate come questa.  Carlo racconta della bizzarra situazione in cui si è venuto a trovare un suo amico il quale,  durante la celebrazione della Santa Messa nel corso di un funerale, è incappato nella più  classica delle gaffe, nel momento in cui il suo cellulare ha cominciato a squillare.   Non ci sarebbe niente di strano, considerando che la buona abitudine di spegnere, o almeno  rendere silenziosi gli apparati telefonici portatili, ogni tanto viene dimenticata …   Ma, nel caso specifico, va detto che la suoneria del cellulare dell’amico di Carlo è un po’  particolare!   Trattasi di una frase declamata dal grande Gigi Proietti a teatro che fa così: “Nun me  rompe er ca’’  Immaginate allora gli sguardi sdegnosi di coloro che partecipavano alla celebrazione  funebre nei confronti dell’imbarazzato signore che si allontanava di fretta cercando  disperatamente di chiudere il cellulare mentre la voce stentorea di Proietti provava a coprire  quella del sacerdote sull’altare!  Quella che si chiama una “figuraccia”.  Ciambelle con squaglio di cioccolata Carlo mi racconta poi di un suo carissimo amico, dal classico cognome di chiara origine  ciociara, Patamia, che è divenuto un accanito lettore dell’Eco di Roccasecca, che legge con  grande piacere e che commenta insieme a Carlo. Gli dico di farmi contattare via mail ed  infatti, in autunno ho ricevuto diverse simpatiche email dal nostro compaesano di origini di  Castrocielo. La serata estiva si conclude con una passeggiata sul “pontile” e sui commenti al concerto  dell’inossidabile Nico Fidenco che qualche sera prima aveva intrattenuto un folto pubblico  con le indimenticabili “Un granello di sabbia”, “Con te sulla spiaggia”, “A casa di Irene” etc..  Per l’Eco di Roccasecca  Da Ostia Il Direttore e Carlo Ielo   
Anno 16 n. 82                                               Dicembre 2011