L’Eco di Roccasecca
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Anno 16 n. 82                                               Dicembre 2011
In giro per l’Italia con gli inviati dell’Eco N A P O L I Comincia una nuova rubrica sul nostro giornale, frutto di appunti di viaggio durante piccole  gite qua e là per la bella Italia. Naturalmente siamo sull’Eco di Roccasecca quindi non vi  aspettate dei reportage classici, con tanto di cartoline illustrate a compendio, qui si  tratteranno esclusivamente aspetti particolarmente caratteristici, eventi strani, bizzarrie  varie…  Si parte con un fine settimana a Napoli – e Capri – nello scorso settembre 2011.  Raccontare la bellezza di Napoli è superfluo, basti dire che arrivati in città imbottiti di  prevenzioni e timori dopo mesi di tam tam su giornali e tv che la presentavano come la  città più lercia d’Italia, l’impressione è stata subito positiva. Almeno per larga parte delle  strade del centro storico, di Spaccanapoli e dei quartieri spagnoli la spazzatura non appare  superiore a quella presente in tante altre grandi città.  La prima istantanea viene scattata alla fermata della metropolitana (che qui si chiama  “treno”) di Montesanto, di cui si parla dettagliatamente in prima pagina.    D’altra parte, la scaramanzia è una delle caratteristiche più note del popolo partenopeo,  quindi il primo impatto ci sembra giusto.  Il primo pranzo si svolge in una celebre pizzeria a Spaccanapoli, dove fanno bella mostra  le foto di personaggi famosi che hanno mangiato la pizza ripiegata in 4 lungo questa  strada. C’è la pizza margherita e c’è la pizza fritta. Per non farci mancare niente abbiamo  ordinato entrambe, facendo metà per ciascuno. Prezzi modici: 3 euro l’una seduti comodi  con l’aria condizionata: generosa Napoli!  La qualità, manco a precisarlo, è di eccellenza.  Di seguito le foto di entrambe le tipologie di pizze assaggiate, precisando che la scelta del  ripieno della pizza fritta è andata ad un sobrio ricotta e prosciutto, lasciando perdere carne  ed altre proposte del menu.  Prima della pizza una bella passeggiata a San Gregorio Armeno, la strada dei presepi,  destinazione numero 1 per due appassionati come noi. Abbiamo razziato diversi oggetti  (pentole, utensili, posate, mestoli, fiaschi, bottiglie, caciotte, prosciutti, insegne, lampioni  e poi tegole, mattoncini ed altri elementi basilari, immediatamente inseriti nel presepe del  2011 da poco ultimato. Di seguito due esempi, l’Osteria di mia creazione, corredata con  parecchi oggetti acquistati ed un “particolare” di un tavolo.  Dopo pranzo, per smaltire le pizze, una bella discesa nella “Napoli sotterranea”. A circa 40  metri di profondità si percorrono stretti cunicoli e gallerie più ampie che rivelano una storia  che non molti conoscono, che parte dall’epoca greco-romana per arrivare alla seconda  guerra mondiale. Se non si soffre di claustrofobia è un’esperienza da non perdere.  I Greci prelevarono qui il tufo per fortificare Neapolis nel IV secolo A.C., i Romani  costruirono in epoca augustea un favoloso acquedotto di cui si possono ancora ammirare  grandi parti, infine, durante l’ultima guerra, l’intera zona sotterranea fu utilizzata come  rifugio sotto i bombardamenti. Ecco delle bombe di aereo ritrovate e inserite come reperto  storico. Tornati in superficie, dopo aver percorso qualcosa come 1.400 metri, riscopriamo la luce ed  il … caldo, ma pensiamo di aver finito, e invece no! C’è un altro piccolo viaggio da fare nel  sottosuolo, molto meno profondo, ma ugualmente interessante. Si va a visitare il Teatro  Greco-Romano. Dal momento che sopra, accanto e dentro al Teatro nei  secoli sono stati  edificati palazzi, cantine, negozi etc, il teatro non si presenta come una costruzione unica,  ma invece abbastanza spezzettata. L’ingresso è in un tipico “basso” napoletano, ossia una  abitazione a livello della strada, quindi si tratta di un ingresso “nascosto”. Per entrare al  teatro bisogna passare in questa casa, ormai di proprietà del comune, ma in precedenza  proprietà privata (!). Si entra, si tira indietro un letto che scorre su una sorta di binario,  sulle rotelle (vedi foto) … e si apre una botola sulle scale che portano all’interno del teatro.  Da qui si va in vari ambienti, uno dei quali un tempo c’era una falegnameria, sulla quale  davano le finestre interne di un Bed & Breakfast!  Nei locali di quello che fu il teatro c’è posto anche per una mostra di presepi, e come poteva  mancare? Tra i tanti fotografati vi proponiamo un particolare – che sicuramente sarà  apprezzato più su internet che sulla versione cartacea, decisamente piccola – in cui in primo  piano ci sono dei cuochi che hanno cucinato spaghetti dall’aspetto decisamente realistico:  una sciccheria tutta napoletana!  Tornati in superficie dopo aver tanto faticato è arrivato il momento di una sosta e di  rifocillarsi. Miria sceglie un babà di notevoli proporzioni, da mangiare in piedi, con vaschetta  e cucchiaino in dotazione. Io mi limito ad un buon caffé, e mentre lo sorseggio do  un’occhiata alla vetrina dove sono sistemati in fila una serie di babà di tutte le grandezze in  confronto ai quali quello che ha scelto Miria, che mi sembrava così grande, quasi sparisce!  Vedere per credere.  Qui la parola “dieta” è stata abolita da anni, forse da secoli. Lo spettacolo è sublime.  Non raccontiamo nulla della gita alla meravigliosa Capri, né degli altri bellissimi luoghi  tradizionali visitati, né delle strane abitudini di intere famiglie andare in 4 in motorino  rigorosamente senza casco … ma vi lasciamo con un ultima chicca. A Napoli, quando nasce  un bambino, no si espone solo il fiocco azzurro, ma tutta la cicogna! W Napoli!  Miria e Riccardo 
Anno 16 n. 82                                               Dicembre 2011