L’Eco di Roccasecca
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Anno 18, n. 89		                                           Dicembre 2013 Anno 18, n. 89		                                            Dicembre 2013 Il pomeriggio del 23 ottobre 1943 l'aviazione alleata bombarda la stazione di Roccasecca. Lo scalo ferroviario era diventato un vero e proprio deposito di munizioni, dove ogni notte arrivavano treni carichi di armi... Così si apre la pagina del sito  http://www.dalvolturnoacassino.it/asp/doc.asp?id=074 dove vengono riportate testimonianze dirette del tragico evento, Tommaso Di Ciccio, Quirino Giannitelli, Pasqualino Riccardi, Don Crescenzio Marsella, Don Luigi De Benedetti, Filippo Coarelli, a cura di Costantino Iadecola e Roberto Molle. A queste meritorie pagine aggiungiamo un’ulteriore testimonianza dell’amico Rocco Tanzilli.   TESTIMONE OCULARE DI COSA E’ SUCCESSO ALLA ORE 16,30 IL 23 OTTOBRE 1943 ALLA STAZIONE DI ROCCASECCA  Una grande cerimonia, alla presenza di tutte le scuole, autorità e numeroso pubblico è stata fatta il mattino del 23 ottobre 2013 per ricordare l’evento nel 70° anniversario della distruzione della vecchia stazione di Roccasecca. Pochi tra il pubblico presente, forse nessuno è stato protagonista di come veramente si sono svolti i fatti. Io, all’epoca tredicenne, offro la mia testimonianza. Da giorni caccia bombardieri provenienti da est picchiavano e bombardavano tutti i pomeriggi la stazione di Roccasecca e zone limitrofe. In uno di questi continui bombardamenti mi trovavo in un campo a zappettare un terreno in compagnia di mia zia ed altri amici e parenti. Uno di questi aerei, a bassa quota , passò proprio sopra a noi, a circa un chilometro dalla stazione, in linea d’aria. Si vedeva perfino il volto del pilota per la vicinanza.  Noi, contenti di poter salutare l’americano, ci siamo messi a gesticolare dicendo AMICI !! AMICI !! Ebbene, questo “farabutto” ha sganciato una bomba nella nostra direzione. Si vede che ne aveva una in più!  Grazie del pensiero!!! Ci siamo buttati a terra per proteggerci ed io involontariamente ho messo un piede sulla punta della zappetta che avevo velocemente abbandonato, con tutta la forza il manico colpì la faccia di mia zia la quale gridava dicendo che era stata colpita.  La bomba per fortuna cadde a circa cento metri da noi e stranamente fece soltanto un gran mucchio di terra.  Non voglio prolungarmi con uno di tanti episodi che si potrebbero narrare ma voglio raccontare la vera testimonianza di quanto è accaduto dopo pochi giorni. A via Latina, detta strada Romana, al confini tra Roccasecca e Castrocielo vi è e vi era la nostra abitazione. Prima del tramonto mi trovavo all’incrocio della strada che porta in località le Tore; stavo rientrando a casa con le bestie, come solito fare. All’improvviso un fragore assordante, che solo chi lo ha provato può descriverlo. Mi sono ritrovato, non ho capito come, sul terreno adiacente alla strada a circa cinquanta centimetri  di dislivello in altezza. Dopo alcuni secondi un’altra deflagrazione, più o meno della stessa portata della precedente, con un bagliore accecante e spostamento d’aria come si vede nei film quando fanno esplodere una bomba atomica. Mia madre con le mani sulla fronte è venuta di corsa verso di me e non capiva bene se era arrivata la fine del mondo. Con lo spostamento d’aria i vetri di casa nostra andarono tutti in frantumi. Smarriti, non si riusciva a capire cosa fosse successo, si udivano solo grida da tutte le parti.  Da noi non ci fu alcun ferito, dopo esserci informati ci rendemmo conto che dopo le svariate incursioni in quella zona l’obbiettivo era stato raggiunto. Binari arroventati furono scagliati a centinaia di metri dalla stazione, l’abitato era stato completamente raso a suolo. Dopo alcuni giorni malgrado il pericolo, curiosi, io e un mio cugino ci recammo a vedere cosa era veramente successo. Dove prima ubicava la stazione vi era un cratere profondo non saprei quanto e in fondo ed esso sorgeva dell’acqua. Tutto il paese raso al suolo, ricordo di aver visto solo la struttura in cemento armato del palazzo Giangrande. Il resto un deserto di macerie. Mi è venuta voglia di raccontare l’episodio in seguito a ricordi intercorsi, via internet, con l’amico Roberto Matassa, che i lettori dell’Eco di Roccasecca conoscono molto bene, residente da anni in Inghilterra; anche lui è un testimone oculare anche se in posizione diversa, cioè da Caprile. Sono fatti che non vanno dimenticati ed è anche un dovere per chi, allora tredicenne, far rivivere quei momenti anche alle nuove generazioni, perché fungano da monito a far sì che avvenimenti tragici del genere vengano tenuti lontani e che non abbiano a ripetersi mai più. Sull’Eco di Roccasecca, in passato, avevo accennato qualcosa, ma con la ricorrenza ho pensato che fosse bene rinnovare l’accaduto. Voglio allegare due miei dipinti della  Stazione di Roccasecca. Il primo la raffigura come era prima della distruzione e come io la vedevo in un giorno di festa.  Nel secondo ho voluto raffigurare la nuova stazione di Roccasecca ricostruita dopo qualche anno.   Rocco Tanzilli. Ottobre 2013
La stazione di Roccasecca in un  giorno di festa, ante distruzione  del 1943 
La stazione di Roccasecca nella  nuova veste dopo la ricostruzione