Sito Promozionale di Cultura del Basso Lazio dell' Associazione onlus PRETA Via Sotto le mura snc - 03041 Alvito (FR) p.i. 02194120602 CIOCIARI.COM   © pretaonlus 2000-2010 - ciociari @ pretaonlus.it
L’Eco di Roccasecca
Tempo di elezioni  Ormai quasi ogni primavera quando il tempo accenna a riscaldare, come dicevano gli antichi, arriva puntuale la chiamata alle urne. Una volta c'erano Comunali, Provinciali, Regionali, Politiche. Nel tempo si sono aggiunte altre tipologie elettorali come referendum, europee, circoscrizionali, altri referendum di diverso genere come quello che per esempio quest'anno riguardava l'annessione dei comuni di Montesilvano e Spoltore a Pescara oppure due anni fa il referendum per il passaggio di alcuni comuni del Montefeltro dalle Marche alla Romagna. Insomma, anche per il progressivo sfaldamento della contemporaneità di alcuni appuntamenti elettorali, oggi si vota molto più spesso di una volta. Sino alla fine degli anni settanta votare era un rito, anche perchè si votava per il Senato solo dopo i 21 anni.  Non a caso la percentuale dei votanti sugli aventi diritto è andata progressivamente calando. E' un problema soprattutto di credibilità della politica. ma questo è un altro discorso. Invece proprio a Roccasecca, ma non solo, le elezioni hanno dato luogo a una serie di aneddoti che possono essere utili ad alleggerire il tema e a riportarci indietro di qualche anno. Un "come eravamo casareccio" che spesso va in onda su queste pagine ma che nello specifico forse mancava.   Iniziamo da un fatto tanto "casereccio" visto che riguarda casa nostra. Siamo a metà degli anna settanta e mia nonna Concetta si appresta ad andare a votare. Lei in vita sua ha sempre votato Democrazia Cristiana, tanto che quando non ha potuto più farlo la DC ha chiuso i battenti. Non sono pochi quelli che credono che ci sia stato un rapporto di causa - effetto fra la morte di mia nonna e la fine della Dc... Ma torniamo al nostro aneddoto. Quella mattina Mia nonna si veste di tutto punto e parte verso il seggio elettorale ubicato come sempre nell'edificio scolastico a 100 metri da casa nostra. Si votava per le Comunali e per la prima volta, almeno a mia memoria, era cambiato l'ordine di presentazione dei simboli dei vari partiti sulla scheda elettorale. Chi ha qualche anno ricorderà che a Roccasecca il PCI occupava stabilmente la prima posizione in alto a sinistra e la DC l'ultima in basso a destra. Era sempre stato così dal dopoguerra in avanti. Quell'anno invece l'ultimo posto in fondo a destra nella scheda elettorale era stato occupato da Democrazia Proletaria. Quando mia nonna torna dal seggio la vedo tirare fuori dalla tasca il fac simile della scheda che lei, "per non sbagliare", si portava sempre dietro in quelle occasioni. Sbirciando mi accorgo che si tratta di un fac simile di almeno 3-4 tornate elettorali precedenti.  Allora mi viene il colpo di genio. Chiedo a nonna che cosa avesse votato e lei risponde facile "la croce". Allora la incalzo: dove hai messo il tuo segno? E lei: "alla Democrazia". E io : "Su quale casella della scheda?" E lei : "Agl'uteme poste. Addo sta sempre la Dmucrazia". Ecco la conferma di cui avevo bisogno. Prendo un fac simile aggiornato e le indico come all'ultimo posto della scheda quell'anno ci fosse si la Democrazia, ma non Cristiana bensì Proletaria. Al che lei, visibilmente disorientata mi fa: "E chi so chisse? Nen sarave mica gli Cummuniste ? " E io, ormai in trance agonistica: "No, no. Non sono comunisti. Sono quelli ancora più comunisti dei comunisti. Il papa li ha scomunicati (falso storico ma mi serviva) e tu li hai votati!"  Lei a quel punto in evidente crisi di identità. "Allora m'eggia i' a cunfessà?" . E io: " Certo, fallo subito".  Ineffabile, nonna Concetta si cambia di nuovo e riparte, stavolta verso la chiesa mentre io ridevo come non mai. Ricordo nitidamente che lei prima di uscire mi guarda di traverso e mi fa:"ma chisse nen teve propria niente a che ffa che cagnane tutte. Nu cristiane nen po sta mai in pace".   Elezioni 2.  Per un periodo subito dopo la laurea, come tanti altri laureati in legge, ho svolto le funzioni di presidente di seggio. Primissimi anni ottanta. Mi nominano a Roma in un seggio di via Ruggero Bonghi. Scopro che si trattava di Colle Oppio, chiedo ospitalità al Direttore sposato da poco e ormai domiciliato in via Fortebraccio, comodo per raggiungere via Bonghi. Il suocero del Direttore, padre di Miria, la sera prima mi avverte: "Vedrai che in quella zona ci sono molti di destra". La domenica mattina si presenta una signora novantenne accompagnata dal figlio. Lui mi mostra il certificato sulla base del quale la madre aveva titolo ad essere accompagnata in cabina per esprimere il voto, in quanto ormai non vedente. I due entrano in cabina ma passano diversi minuti e non escono. Ci stavamo interrogando sul da farsi quando sentiamo la signora urlare al figlio : "E' inutile che me lo chiedi, io Democrazia Nazionale non la voto. Io voglio votare il Re!". Preciso che il partito monarchico era da tempo sparito dalla competizione elettorale ma la signora, in quanto non vedente pensava che fosse un complotto del figlio per estorcerle il voto. Il figlio comunque esce dalla cabina e mi fa: "Senta, ci provi lei a spiegarle che il Re non c'è più e che non esiste più nemmeno il suo partito. Io non so più che fare". Mi avvicino alla signora ancora sula soglia della cabina ma lei a voce alta proclama le sue ragioni: "Mio figlio è inaffidabile, andiamo via. Tornerò con qualcuno di mia fiducia".   Elezioni 3. Torniamo a Roccasecca. Storia più recente ma nemmeno tanto. Fine anni ottanta. Un nostro amico un pò strano accetta la candidatura e si presenta con una lista civica nella quale si propone anche un'altra nostra vecchia conoscenza (è stato mio compagno di classe alle elementari). Per mantenere un sano anonimato diamo al primo in nome di Confucio e al secondo il nome di Dario...(occhio o meglio orecchio alle assonanze). Fatto sta che Confucio credeva fermamente nella possibilità di essere eletto, mentre Dario si era semplicemente lasciato candidare per completare la lista. Finito lo spoglio elettorale a Confucio manca un solo voto per ottenere il seggio. Nel controllare i risultati dello spoglio lo stesso Confucio si accorge che nella sezione dove votava Dario la sua lista non aveva ottenuto nemmeno un voto. Allora affronta Dario e gli fa: "Non dico i tuoi parenti, ma almeno tu potevi dartelo il voto". E l'altro: "Mah, sai mentre andavo a votare ho incontrato Claudio (candidato in altra lista) che mi ha detto "ma tu che te ne fai di questo voto,  dallo a me. E così ho votato Claudio". Quando si dice la convinzione nelle proprie idee!   Elezioni 4 Ancora Roccasecca, ancora elezioni comunali.  Come si usava all'epoca, un residente in campagna divenuto inabile chiede ad un noto candidato dedll DC, per decenni esponente di spicco della Dc e consigliere comunale di lungo corso, se poteva farlo accompagnare al seggio per poter votare in quanto non era più in grado di farcela da solo. Il candidato incarica dell'incombenza la consorte che parte in macchina, preleva il tizio e lo porta al seggio di riferimento. Come da espressa richiesta del tizio, la signora lo accompagna in cabina e prende in mano la matita per vergare la scheda. Pleonasticamente chiede al tizio per chi volesse votare, certa di sentirsi rispondere che il suo voto andava alla Dc e quindi a suo marito. Invece il tizio risponde sicuro: "Voglio votare pe gliu serricchie". Cioè, tradotto in italiano, per la falce. Cioè il PCI. Quando si dice la convinzione nelle proprie idee! Ob torto collo e con mano tremante l’accompagnatrice si decide e fa il segno della croce... sul simbolo del PCI sfidando fulmini e saette dal cielo.  Fred   giugno 2014
Anno 19, n. 91                                            Giugno 2014