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L’Eco di Roccasecca
VENITE CON ME Tailandia  e  oltre Testo e foto di Roberto Matassa  Guardando questa espansione d’acqua che lentamente scende verso l’estuario e vedendo il movimento di barche a motore oppure a remi da una direzione all’altra in diverse insenature siamo in una città galleggiante, Bangkok. C’è già tanta umanità in movimento all’alba e un’atmosfera gioiosa: tutti ti salutano durante il percorso per “ the floating market “.  Questa è sempre stata la mia esperienza durante i tre viaggi che ho fatto in questa nazione. Il primo viaggio fu con la mia famiglia a Pattaya allora tanto frequentata e c’erano tanti americani G.I. perché’ l’aereoporto non era tanto distante e aerei B 52 che si alzavano  continuamente per andare a bombardare il Vietnam, ma c’erano < si diceva > circa 3000 bambini seminati da questi americani. Quest’ultimo viaggio l’ho fatto senza regole, vale a dire vado dove è più utile per fotografare; questa volta con apparecchi di medio formato e come al solito mi fornivo di rullini a prezzi stracciati a Hong Kong oppure a Singapore. Io vedevo questa vasta area del Sud East Asia come una sola composizione di 200 milioni di abitanti, poi ho imparato che 45 milioni sono Burmesi, 11 milioni del Laos, 75  milioni Vietnamiti e infine la Tailandia ne ha 60 milioni, proprio in mezzo a queste nazioni, tutte insieme coma una grande penisola.  Il motivo per cui sceglievo sempre la Tailandia, è da ricercare nel fatto che mi affidavano questo lavoro per i dépliant turistici, e la maggior parte delle richieste erano per questa bella nazione. Andai su e ancora più su dal Ponte sul Fiume Kwai < Famosa destinazione > per chiunque visita la Tailandia, ma ancora più su al confine con Burma, accompagnato da una guida e contattando i Karen People; durante il percorso, sempre sul fiume Kwai vedevo tanta vita selvatica, maggiormente elefanti al trasporto di tronchi d’alberi, scimmie indisturbate saltellanti sui rami, e una volta anche un pitone tanto grande e grasso, che non riusciva a sorpassare la riva. Notate bene, la religione Buddista rispetta gli animali. Avevo passato i primi due mesi, prima di scendere a sud della penisola e cosi mi avviai all’ISTMUS di Krabi e a Surattani, punto di imbarco per qualche isola. Una mattinata di attesa, avevo mangiato per colazione solo  banane arrostite sulla brace < ma buonissime > ma per   pranzo avrei dovuto camminare tanto con lo zaino verso un’altra zona d’imbarco, così mi accontentai di una ciotola di riso su una palma di banana, ma li c’era un odore cosi provocante … si trattava di ranocchie!  Queste navi così precarie, commutavano per Ko Samui, non mi ispiravano molto; tutti sulla plancia per qualche ora prima di arrivare a Na Thon, e fu proprio lì che trovai un piccolo bungalow tutto per me, per qualche giorno prima di salpare per  l’isola di Ko Pha Ngan. Questi bungalow erano situati in una larga piantagione; familiarizzai con la padrona e una donna olandese che veniva ogni anno a svernare laggiù, ma mi sembrava una ciociara abbandonata; sempre senza scarpe e pronta a intervenire in ogni conversazione con la padrona! C’erano due ragazze ad aspettare per tanto tempo, e poi arrivò un uomo Tailandese con una faccia livida, sembrava un’anima santa del purgatorio e se ne andò dentro un bungalow con le due ragazze; allora io dissi alla padrona “sarà il loro papà” e lei rispose che era uno di quelli che non riescono a dormire con una sola ragazza; accipicchia dissi in me!   Qualche sera dopo la padrona mi disse che io ero < number one > numero uno per il mio buon comportamento.   Io sapevo controllare me stesso di fronte a quello splash di sesso ! Tanti uomini europei avevano sempre compagnia; la cosa più curiosa era che quelle ragazze, non avevano l’aspetto delle prostitute.  Passavo e ripassavo lungo la <Chawen Beach > ove c’era sempre tanta animazione di turisti. Un pomeriggio si sentiva tanto parlare di Van Basten dentro un bungalow; era in programma qualche tournee del Milan, da lì si può capire di che epoca sto parlando.  Allora con un senso di avventura volli andare all’isola di Ko Pha Ngan non tanto distante, con un battello molto precario.  In quell’isola, non c’era elettricità, né strade, ma solo una fitta piantagione di piante di cocco; delle scimmie legate a una corda venivano fatte salire sulla pianta e facevano rotolare il frutto, cosa che avevo visto in filmati televisivi e che ora mi sentivo privilegiato per poterlo vedere dal vero!  Non era per niente piacevole senza ventilatore per aria fresca, e meno male che portavo con me una zanzariera , non ne potevo fare a meno. Fra l’altro avevo sempre una fodera di cuscino per motivi … igienici. Avevo stabilito da dove si poteva fotografare un tramonto spettacolare nella parte West, di quella baia e l’unica maniera per andarci era un taxi.  Pensate; il taxi era un motocicletta!   Arrampicato dietro il tassista scorrazzando nella piantagione raggiunsi il posto, e raccomandai di venirmi a prendermi dopo le sette; lui disse “ yes yes “ ma non aveva capito nulla.    Rimasi piantato lì ad aspettare, nel buio e a  piedi sulla spiaggi bianca, lungo quella lunga baia e a certo punto passai su un cimitero Mussulmano, finché vidi una lucetta ad una certa distanza; erano sommozzatori olandesi sulla barriera corallina, avevano anche un generatore portatile, non vi dico quante risate che si fecero sulla mia avventura! La mattina appresso chiesi al tassista perché non fosse tornato a riprendermi e lui rispose “ yes yes “ quello era tutto il suo inglese!  La sosta più utile e direi proficua per le mie foto fu all’Istmus di Kra praticamente a Ko Pha-Ngan Bay a portata di mano da Phuket e tutte le insenature e isolotti, avendo noleggiato una barca e la guida, questo si he fu un gran successo. A metà di quella lunga penisola, dopo aver aspettato tanto tempo per le pratiche di passaporto, presi la nave per Langkawi, isola della Malesia ( stavano appena cominciando a costruire l’aeroporto ), feci qualche foto ai paesaggi e ai pescatori. Qualche giorno dopo presi un’altra nave per Pinang, isola ben conosciuta con tanti alberghi e attrazioni; io c’ero stato anni prima con mia moglie e mio figlio, a Malindi Beach, e mi divertii un mondo sulla via principale di George Town la sera con pizze e pizzaioli … indiani.    Una buona sosta a Kuala Lumpur, poi una lunga traversata fra le piantagioni di palme per Kuantam, e alla fine a Malacca, la vecchia colonia portoghese poi olandese, infine inglese, prima di tornare in Malesia. Una buona sosta a Singapore per gli sviluppi delle pellicole poi ritorno in Europa!     Da Winchester, England  Roberto Matassa
Roberto Matassa
Anno 19, n. 91                                            Giugno 2014
Barche sulla spiaggia tailandese
Phi-Phi Island, Pukket Thailand
Big Buddha, Koh Samul, Thailand
Krabi Islands, Thailand
Ombrelli coloratissimi in Tailandia
Tempio in Tailandia
Antico tempio, Tailandia
Grand Palace, Bangkok, Thailand
Church in Thailand
Masjid Jamek Mosqu, Kaula Lumpur, Malaysia