In un numero dell’Eco in zona Halloween, in gran parte dedicato a spiriti e spiritelli, pensiamo di far cosa gradita riproponendo una riflessione dell’ineffabile dottor Probbo a cavallo tra il 2006 ed il 2007.  CHE CI AZZECCA HALLOWEEN?   SOAVI  LECTORES,  IERATICVM DIRECTUR,  ATQVE INEFFABILIS REDATTVR  Beh, per questa volta decido di non maltrattare troppo il Latino, limitando lo stile maccheronico-brancaleoniano solamente ai saluti, in guisa così, di personale nonché distintiva presentazione. Forse, mentre questo mio contributo verrà letto, la….”festa” in questione, sarà trascorsa da un pezzo. Non ha importanza. Il fatto è che in questi giorni, la mia attenzione è stata più volte attratta in strada, girando per  visite domiciliari, da vetrine di tabaccai, giocattolai e persino di… alimentari, graziosamente adornate da teschi, maschere di Frankenstein, Dracula, zombies, lupi mannari etc. La faccia più bella era forse quella di…  Hulk. Nel vedere dispiegate su scaffale parate di siffatta leggiadria, la mia mente è ritornata ad un episodio di circa tre anni fa, nel periodo in cui questa ben strana “festa” che mi ostino a virgolettare,  venne di sana pianta riportata per copia conforme anche in Italia. Ebbene, una sera, verso le 22,00 circa, udii suonare il campanello.  Pensando ad una qualche urgenza nel palazzo o nelle sue vicinanze, andai ad aprire e grande fu il mio piacevole stupore nel vedere i due figli 6-8enni del vigile urbano del piano di sopra, le figlie coetanee del maestro di musica dell´ultimo piano insieme ad uno stuolo di altri amici ed amici degli amici tutti vestiti chi da strega, chi da morto, chi da fantasma ed altre amenità del genere; ebbene, i pargoli in questione bussavano a tutte le porte e chiedevano a chi apriva “Dolcetto o scherzetto”. Li feci entrare, non capendo se mi venisse fatta una richiesta o in alternativa una infantile minaccia, elargii loro qualche caramella e qualche bacio Perugina in compagnia di altri cioccolatini meno celebrati. I bambini fecero un giretto per casa cantando qualcosa che non ricordo dopodichè salutarono gioiosamente e se ne andarono. Caspita, pensai, non hanno perso tempo…. Mai vidi tanta solerzia e sollecitudine nell’importare /scimmiottare/adattare ed adottare una moda d’oltreoceano; un vero tempo di record insomma.  Ma quel che domando è che c’entra, o meglio che ci azzecca una “festa” con le caratteristiche di Halloween qui da noi, dove per noi intendo la vasta area mediterranea che si estende dalla Spagna a Cipro, passando per Francia, Italia e Grecia. Ma soffermiamoci sui significati rivestiti da Halloween negli USA o anche in Gran Bretagna. E’ chiaro che con la notte del ritorno dei morti si mette in atto un chiaro tentativo di esorcizzare la morte stessa mediante un meccanismo di sublimazione. Qui chiamo in causa il modo di pensare di questi popoli dai capelli biondi/rossi; La loro mentalità è puritana, protestante e calvinista e cioè i buoni sono buoni, i cattivi sono cattivi, i ricchi sono ricchi, i poveri sono poveri, insomma o bianco o nero, i grigi non esistono ed, a maggior ragione, i vivi sono vivi ed i morti, sono appunto….morti. Ora, quali sono gli elementi pesantemente negativi di questo elenco?  Quelli che temiamo e combattiamo, dunque sono la cattiveria, la povertà, il nero (non inteso come razza anche se il Ku-Klux-Kan la pensava così) la morte. Contro la cattiveria c’è la legge, anzi la Legge con i suoi sceriffi, dall’Ispettore Callaghan a Walker Texas Ranger, oppure ci sono i Marines, il Generale Schwarzkopf ….  ma dai, sto dimenticando il Presidentissimo George W.Bush…. Contro la povertà c’è Bill Gates, c’è Rockfeller, c’è l’arricchimento facile (indipendentemente dai sistemi usati per ottenerlo) c’è la celebrità hollywoodiana.                 Contro la malattia e la morte c’è il Dottor Kildare, c’è il trapianto di cuore effettuato dal mitico Debakey, e persino quando l’assicurazione non te lo permette c’è E.R. Medici in prima linea. Ovvero se non vieni curato nella realtà puoi sempre sognare il reparto di Pronto Soccorso più efficiente del mondo. Contro la morte che comunque arriva c’è …. nulla, puoi solo sorridere mestamente ma ecco che anche il più mesto dei sorrisi innaffiato da qualche pinta di birra e addobbato da qualche trucco macabro può trasformarsi in una risata isterica e chissà che durante una bella “festa”notturna –e dai con le virgolette- ad Atlanta, a Seattle o, come Heywood Gould la definisce nel suo memorabile “Quarantunesimo Distretto” nella “rispettabilità suburbana” di New York due tanto belli quanto ciucchi ragazzi, magari della buona società decidano di ….incontrarsi ed ecco la vita che ritorna; Tutto normale direte voi? Ma nient’affatto, perché anche questo è un percorso bianco-nero-bianco spinto all’estremo, senza ombra alcuna di mediazione. Ma è ora di tornare ai nostri lidi, alle nostre buone e salubri mediterranee tradizioni che andiamo via via perdendo o, nella migliore delle ipotesi, non ne abbiamo coscienza. Il nostro periodo novembrino è certamente intriso di dolce ma mai drastica mestizia,  di presente ma mai invadente amarezza.  L’immagine del cipresso evoca situazioni ben codificate, ma rimane comunque un sempreverde, un albero che non si secca mai e va sempre a riconsegnarci un sottile senso di continuità; Anche nel cuore dell’Autunno si può pensare alla Primavera che verrà. Nelle poesie studiate alle elementari, infinite volte i nostri maestri/maestre ci insegnavano che le foglie morte servivano a far germogliare nuova vita e che la neve dell’inverno non uccideva bensì conservava il seme. Ad Ottobre c’è la vendemmia ed il vino è quella cosa tanto buona che gusteremo un po’ più in là.  Il nostro Autunno è si, fatto di tristezza e consapevolezza del destino ultimo comune a tutti gli esseri viventi, ma è anche prodigo di promesse di rinascita il cui mantenimento è assolutamente certo. Ma si, è chiaro che siamo consapevoli di tutto, solo che non abbiamo bisogno di esorcizzare nulla. Non voglio fare l’ostico a tutti i costi, ma se rispedissimo Halloween al mittente renderemmo a noi stessi favori e (ri)scoperte di inenarrabile portata. Contempliamo dunque le assai variegate sfumature dei colori delle nostre campagne in Autunno. Vorrei a tal proposito citare, per meglio rendere l’idea, il fotografo veneto Paolo Busato che da anni fotografa angoli di Toscana nelle varie stagioni; Spesso sono gli stessi, immortalati in Autunno ed Inverno poi rivisitati in Primavera ed Estate.  Ebbene, sono sempre meravigliosi, i primi immersi in una bruma azzurrina, i secondi rilucenti di verde, di colori e di sole. Nel passaggio dai primi ai secondi non vi è frattura, non draconiana demarcazione, bensì bellezza certamente assai differente ma caratterizzata dal medesimo peso specifico.  Non sono mondi diversi, ma momenti diversi dello stesso mondo.  Dunque Halloween, Go home!!!  Luigi Probbo  Se desiderate documentarvi ecco un utilissimo riferimento bibliografico. “SEMPRE TOSCANA” ; edizioni Florentia Minor. Via di Rimaggio Nr.31-Bagno a Ripoli (FI) Tel. 055-2590080.
Luigi Probbo (adestra) con il Direttore
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