L’Eco di Roccasecca - Anno 24 - n-ro 105
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Ho raccolto, con alcune brevi note, alcune delle poesie dove Gianfranco è presente, o perché esplicitamente nominato oppure perché è fin troppo chiaro che a lui mi riferisco. Sono, tranne la prima, quelle che ho sentito il bisogno di scrivere durante i suoi giorni finali, ed anche qualche attimo dopo. Ma moltissime altre sono state quelle che lo hanno visto comunque partecipe, se non altro per i consigli che mi ha dato. Gianfranco, infatti, è stato molto spesso il primo a leggerle, a volte pazientemente ad ascoltarle ed infine a commentarle. Ecco quindi quella scritta un paio di anni fa e che ho riproposto sulle reti sociali negli ultimi giorni di questa estate.  ER MARE DE GIANFRANCO Gianfranco s'è spostato, e ar mare s'aritrova, coll'artri villeggianti... mó la Calabria prova. Er mare n'è llontano, c'è ppuro la piscina, ma er posto più 'mprtante... rimane la cucina! Er mare de Gianfranco, lui... se lo porta dentro, e ss'uno è ffortunato... lui ce lo mett’ ar centro. È un mare straordinario, de musica e poesia, quarcuno la conosce... 'sta bbella geografia! Poi anche l’estate finisce e inizia l’autunno con le sue malinconie. Le condizioni di Gianfranco improvvisamente precipitano. Pensando a quanto sta avvenendo, e che un giorno ha sfiorato anche me, ho capito chi è che ci cammina sempre accanto tenendoci al guinzaglio. A volte la corda è poca e sembra strozzarci, a volte è lenta e lunga e ci sentiamo liberi ma così non è perché noi siamo suoi e non ci mollerà mai. LA MORTE Quanno chevvai ar mercato abbuschi er mejio prezzo, sia chette serve er vino occerchi… l’ojio grezzo. Questo capit’ar monno pe’ i ggeneri più strani, pe’ ttutti tranne uno, così sanno l’umani. Quello che nun c’ha prezzo è strano pe’ddavero la Morte, lei se chiama, voji’essere sincero. La compri un po’ alla vorta avvórte… tutta ‘nzieme, quanno alla fine paghi… lissai siqquanto viene!
Le Poesie di Renzo Marcuz